Gesù non si limita a osservare le cose che non vanno, prende l’iniziativa

Omelia di Papa Francesco per il Giubileo delle forze armate, di polizia e di sicurezza.

Presso il lago di Gennesaret, Gesù vide, salì e sedette, come scrive l’evangelista. «Gesù non è preoccupato di mostrare un’immagine di sé alle folle, non è preoccupato di eseguire un compito, di seguire una tabella di marcia nella sua missione; al contrario, al primo posto mette sempre l’incontro con gli altri, la relazione, la preoccupazione per quelle fatiche e quei fallimenti che spesso appesantiscono il cuore e tolgono la speranza». Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della quinta domenica del tempo ordinario, in concomitanza con il Giubileo delle forze armate, di polizia e di sicurezza, poco prima di lasciare la lettura del testo al maestro delle celebrazioni liturgiche per difficoltà nel respiro.

Innanzitutto, Gesù avvista, in mezzo a tanta folla, due barche accostate alla riva e scorge la delusione sul volto dei pescatori che stanno lavando le reti vuote dopo una notte andata male. Allora punta il suo sguardo pieno di compassione negli occhi di quelle persone, cogliendo il loro scoraggiamento. Così, dopo aver chiesto a Simone di scostare la barca da terra, egli ci sale sopra, «entrando nello spazio della sua vita, facendosi largo in quel fallimento che abita il suo cuore». Gesù non si limita a osservare le cose che non vanno, non finisce a lamentarsi come spesso facciamo noi, ma prende l’iniziativa in quel momento difficile. Una volta salito, si siede, nella tipica postura del maestro che insegna. Egli annuncia dunque la buona notizia, per portare la luce dentro quella notte di delusione. Allora accade il miracolo: la speranza rinasce, la vita ricomincia e si possono gettare nuovamente la rete in mare.

Il pontefice ha poi ringraziato le forze armate, di polizia e di sicurezza: «vi siamo grati per quanto operate, a volte rischiando personalmente. Grazie perché salendo sulle nostre barche in pericolo, ci offrite la vostra protezione e ci incoraggiate a continuare la nostra traversata. Ma vorrei anche esortarvi a non perdere di vista il fine del vostro servizio e delle vostre azioni: promuovere la vita, salvare la vita, difendere la vita sempre. Vi chiedo per favore di vigilare: vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra; vigilare per non essere sedotti dal mito della forza e dal rumore delle armi; vigilare per non essere mai contaminati dal veleno della propaganda dell’odio, che divide il mondo in amici da difendere e nemici da combattere. Siate invece testimoni coraggiosi dell’amore di Dio Padre, che ci vuole fratelli tutti».

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