Gesù non si stanca mai di perdonare, siamo noi a stancarci di chiedere perdono

Le parole di Papa Francesco nel Giovedì della Settimana santa.

La sera del Giovedì santo, Pietro disconosce Gesù. «Ed è vero, non lo conosceva: cominciò a conoscerlo quando, nel buio del rinnegamento, fece spazio alle lacrime della vergogna, alle lacrime del pentimento», ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa del Crisma celebrata ieri mattina. Ma quando Cristo fissò lo sguardo su di lui, il discepolo «si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto […] E uscito fuori, pianse amaramente» (Lc 22,61-62). Le lacrime, «sgorgate da un cuore ferito, lo liberarono da convinzioni e giustificazioni fasulle. Quel pianto amaro gli cambiò la vita». Infatti, dal dire «Non lo conosco!» (Lc 22,57) passerà ad affermare «Signore, tu conosci tutto» (Gv 21,17).

Una guarigione come quella del cuore di Pietro avviene quando, feriti e pentiti, ci si lascia perdonare da Gesù, passando attraverso il pianto amaro che consente di riscoprire l’amore. Il pontefice si è dunque soffermato su un aspetto della vita spirituale piuttosto tralasciato dai sacerdoti, ma essenziale: la compunzione. Non è un senso di colpa che paralizza, un piangersi addosso, ma «una puntura benefica che brucia dentro e guarisce, perché il cuore, quando vede il proprio male e si riconosce peccatore, si apre, accoglie l’azione dello Spirito Santo, acqua viva che lo smuove facendo scorrere le lacrime sul volto». Chi si apre alla compunzione, grazia da chiedere nella preghiera, si sente più fratello dei peccatori senza parvenza di superiorità o asprezza di giudizio, a loro solidale nel desiderio di amare e riparare.

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Nel pomeriggio, il Papa è andato alla Casa circondariale femminile di Rebibbia a Roma, dove ha presieduto la messa vespertina nella Cena del Signore. Nella sua omelia, si è soffermato su due episodi. Con il gesto della lavanda dei piedi, Gesù si umilia e ci fa capire quello che aveva detto: «Io non sono venuto per essere servito, ma per servire» (Mc 10,45), insegnandoci così il cammino del servizio. In senso opposto, con il tradimento Giuda si dimostra incapace di portare avanti l’amore, tra l’altro egoisticamente per soldi. «Ma Gesù perdona tutto. Gesù perdona sempre. Soltanto chiede che noi chiediamo il perdono», ha detto Francesco. Siamo noi, quindi, che non dobbiamo smettere di domandarlo, che dobbiamo invocare la grazia di non stancarci a farlo, perché, nonostante i nostri piccoli e grandi fallimenti, Lui ci aspetta sempre con le braccia aperte.

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