Omelia di Papa Francesco sull’incontro con migranti e i rifugiati, che è anche incontro con Cristo.
Omelia di Papa Francesco sull’incontro con migranti e i rifugiati, che è anche incontro con Cristo.
Non abbiate paura. È questo il riassunto delle letture della celebrazione eucaristica che ieri Papa Francesco ha condotto in occasione del meeting “Liberi dalla paura” promosso da Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Centro Astalli, che si è tenuto dal 15 al 17 febbraio a Sacrofano (Roma). Il Papa cita il brano del Libro dell’Esodo in cui gli israeliti presso il Mar Rosso sono terrorizzati dall’esercito del faraone che li sta per raggiungere e quello del Vangelo di Matteo (14,22-33) che descrive la scena di Gesù che cammina sulle acque lasciando turbati i discepoli.
“Di fronte alle cattiverie e alle brutture del nostro tempo, anche noi, come il popolo d’Israele, siamo tentati di abbandonare il nostro sogno di libertà. Proviamo legittima paura di fronte a situazioni che ci sembrano senza via d’uscita. E non bastano le parole umane di un condottiero o di un profeta a rassicurarci, quando non riusciamo a sentire la presenza di Dio e non siamo capaci di abbandonarci alla sua provvidenza. Così, ci chiudiamo in noi stessi, nelle nostre fragili sicurezze umane, nel circolo delle persone amate, nella nostra routine rassicurante. E alla fine rinunciamo al viaggio verso la Terra promessa per tornare alla schiavitù dell’Egitto. Questo ripiegamento su sé stessi, segno di sconfitta, accresce il nostro timore verso gli altri, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri – che peraltro sono i privilegiati del Signore, come leggiamo in Matteo 25.”
Questo atteggiamento lo si nota in modo particolare al giorno d’oggi, in cui siamo chiamati a superare la paura per aprirci all’incontro con i migranti e i rifugiati che bussano alla nostra porta in cerca di protezione, sicurezza e un futuro migliore.
“L’incontro con l’altro, poi, è anche incontro con Cristo. Ce l’ha detto Lui stesso. È Lui che bussa alla nostra porta affamato, assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato, chiedendo di essere incontrato e assistito. E se avessimo ancora qualche dubbio, ecco la sua parola chiara: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Può essere compreso in questo senso anche l’incoraggiamento del Maestro ai suoi discepoli: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (Mt 14,27). È davvero Lui, anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerLo: coi vestiti rotti, con i piedi sporchi, col volto deformato, il corpo piagato, incapace di parlare la nostra lingua.”
Per Papa Francesco, dobbiamo anzi cominciare a ringraziare chi bussa alle nostre porte e ci dà l’occasione di questo incontro, offrendoci la possibilità di superare le nostre paure per incontrare, accogliere e assistere Gesù in persona. Questa occasione è una grazia che porta con sé una missione, frutto di affidamento completo al Signore.
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