Il bene che appare come bello porta con sé la ragione per cui deve essere compiuto

Prefazione di Papa Francesco al libro “Il gusto di cambiare” di Giraud e Petrini.

«Solitamente noi adulti ci lamentiamo dei giovani, anzi ripetiamo che i tempi passati erano sicuramente migliori di questo presente tribolato, e che chi viene dopo di noi sta dilapidando le nostre conquiste. E invece dobbiamo ammettere con sincerità che sono i giovani a incarnare in prima persona il cambiamento di cui abbiamo tutti oggettivamente bisogno. Sono loro che ci stanno chiedendo, in varie parti del mondo, di cambiare. Cambiare il nostro stile di vita, così predatorio verso l’ambiente. Cambiare il nostro rapporto con le risorse della Terra, che non sono infinite. Cambiare il nostro atteggiamento verso di loro, le nuove generazioni, cui stiamo rubando l’avvenire. E non solo ce lo stanno chiedendo, lo stanno facendo».

Sono parole di speranza quelle che Papa Francesco scrive nella prefazione del libro Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità scritto da Gaël Giraud, gesuita economista, e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Per il pontefice è motivo di consolazione e fiducia vedere molti giovani che portano avanti, assieme, le istanze della giustizia climatica e di quella sociale, scegliendo di consumare meno, facendo attenzione ad acquistare oggetti prodotti in maniera sostenibile, vivendo di più le relazioni interpersonali. Per un cambiamento generale della società, però, bisogna mettere da parte quell’idolo che è diventato il Pil, il quale ha portato a un benessere dell’Occidente basato su un approccio distruttivo, colonialista e dominatore sul creato invece che sul rispetto dell’ambiente, dei diritti e della dignità umana.

Interessante, sottolinea il Papa, è la ricostruzione fatta dal professor Giraud sul modo in cui storicamente il Pil si sia affermato come parametro unico per giudicare la salute dell’economia di una nazione. Ciò sarebbe avvenuto durante la stagione del nazismo, con un forte legame all’industria delle armi e, dunque, con un’origine che potrebbe essere definita bellica. Forse è anche per questo motivo che il lavoro delle donne casalinghe non è mai stato considerato: non serve alla guerra e non produce profitto. Ma di fronte alle preoccupanti notizie quotidiane su siccità, disastri ambientali, migrazioni forzate a causa del clima non possiamo restare indifferenti, perché saremmo complici della distruzione della bellezza donataci da Dio e della sofferenza dei più poveri.

Per migliorarsi è necessario il confronto, continua Francesco. È il dialogo che arricchisce, che si fa occasione di crescita, che ci fa maturare, lasciando da parte il fondamentalismo e la convinzione di essere sempre nel giusto. «La verità non la si possiede, e io ho bisogno della verità degli altri», diceva il beato Pierre Claverie. La pratica dell’incontro è quanto di oggi ci sia di più urgente, anche considerando che il cristiano sa che non può conquistare la verità, semmai è lui a essere conquistato dalla Verità, ovvero Cristo stesso. Occorre per questo individuare nell’altruismo e nella fraternità le vere condizioni perché il vivere insieme sia duraturo e pacifico. Solo così si porranno le basi per una transizione ecologica che ci porterà tutti, fratelli e sorelle, verso la felicità.