Nella puntata speciale del programma “A Sua immagine” il pontefice ha affrontato i grandi temi legati alla contemporaneità.
Nella puntata speciale del programma “A Sua immagine” il pontefice ha affrontato i grandi temi legati alla contemporaneità.
Ieri, per la prima volta, Papa Francesco è apparso in uno studio televisivo, quello del programma di approfondimento religioso di Rai Uno “A Sua immagine”. La partecipazione alla puntata speciale della trasmissione, registrata il 27 maggio scorso e intitolata “La forza della vita”, è stato dunque un evento storico. Tra testimonianze, video di storie e collegamenti, la conduttrice Lorena Bianchetti ha dialogato con il pontefice e gli altri ospiti sui grandi temi legati alla contemporaneità, seguendo come traccia una serie di coppie di parole in contrapposizione tra loro ispirate ai misteri del Rosario: sconfitta e gloria, dolore e abbraccio, ombra e luce, inquietudine e gioia.
Il Papa si è espresso sui problemi del mondo e della vita delle persone, come riassume Vatican News. Relativamente al conflitto in Ucraina e a tutte le violenze che segnano il mondo, ha detto: «È una storia antica come l’umanità: con la pace si guadagna sempre, forse poco ma si guadagna, con la guerra si perde tutto. Tutto! E i cosiddetti guadagni sono perdite». Riguardo ai media, ha affermato che «devono aiutare a trovarsi, a capirsi, a fare amicizia e a mandare via i diavoletti che rovinano la vita della gente. Questa è la positività, non è solo parlare di religione. Si può fare, sì, parlare di Dio… ma custodire umanità, l’umanesimo». Sulle apparizioni mariane, ha avvertito che «Ci sono state apparizioni vere della Madonna, ma sempre col dito così, verso Gesù. Mai la Madonna ha attirato a sé. Quando la devozione mariana è incentrata troppo in sé stessa, non va bene. Sia nella devozione, sia nelle persone che la portano avanti».
Una testimonianza ha poi scaturito una riflessione: «Il Signore è stato tanto buono con noi che ci ha abituato ad avere senso della gratuità. E noi vogliamo tutto gratis. La gratuità è una cosa molto grande di Dio, ma noi dobbiamo dare del nostro… Nessuno può dare gratuitamente se non ha esperienza di quella gratuità». A questo atteggiamento si contrappone quello che Francesco chiama “complesso del pavone”: «Io non so se questa categoria esiste in psicologia, ma io la chiamo il “complesso del pavone”, quello che non fa il pavone si sente poca cosa. E c’è quell’uomo, quella donna che va a lavorare, capace di acquistare una casa, di fare una famiglia. Nessuno di loro fa il pavone! Ma quelli che sono un po’ superficiali cadono nella tentazione del pavone, cercano di apparire, di fare finta di… […] Non è quella la strada: la vita è per vivere, non per fare il maquillage».
Affrontando il tema della sofferenza, il Papa ha detto che «il Signore ci ha messo protagonisti del progresso del destino. Se tu hai la possibilità di avere tutto, perdi la grazia di essere co-creatore, di fare una famiglia, portare avanti i figli, prendere la saggezza dei vecchi, ma questo è il lavoro. Il lavoro è al centro dell’umanità». Dopo aver ascoltato una storia di bullismo, ha commentato che «La malvagità è una delle possibilità della persona» e la vittoria di chi fa violenza è «finta, perché è una vittoria sull’aggressione, sul dolore degli altri. La vera vittoria è armoniosa, non è aggressiva, è mite. La vera parola è la mitezza. Oggi non si educa tanto alla mitezza, perché ci fa capire che essere mite significa […] essere stupido». Infatti, egli ribadisce che ai giovani va insegnato lo stile di Dio fatto di vicinanza, compassione e tenerezza, con un’attenzione: «Bisogna educare ai limiti. Se tu un ragazzo, una ragazza, un bambino, una bambina, lo fai crescere senza limiti, stai facendo il male. Hanno bisogno della carezza, dell’amore, ma anche del no dell’amore».
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