L’unico estremismo cristiano lecito è quello dell’amore

Le parole di Papa Francesco in visita a Bari in occasione dell’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo frontiera di pace”.

«Il Mare nostrum è il luogo fisico e spirituale nel quale ha preso forma la nostra civiltà, come risultato dell’incontro di popoli diversi. Proprio in virtù della sua conformazione, questo mare obbliga i popoli e le culture che vi si affacciano a una costante prossimità, invitandoli a fare memoria di ciò che li accomuna e a rammentare che solo vivendo nella concordia possono godere delle opportunità che questa regione offre dal punto di vista delle risorse, della bellezza del territorio, delle varie tradizioni umane.»

Ieri, Papa Francesco è stato in visita a Bari in occasione dell’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo frontiera di pace”. Nella Basilica di San Nicola si è svolto il primo incontro con i vescovi del Mediterraneo e il pontefice, dopo aver ricordato la definizione del Mediterraneo di Giorgio La Pira come “il grande lago di Tiberiade”, ha chiesto di offrire una testimonianza di unità e pace a partire dalla fede e dall’appartenenza alla Chiesa.

«Nel perseguire il bene comune – che è un altro nome della pace – è da assumere il criterio indicato dallo stesso La Pira: lasciarsi guidare dalle “attese della povera gente”. Tale principio, che non è mai accantonabile in base a calcoli o a ragioni di convenienza, se assunto in modo serio, permette una svolta antropologica radicale, che rende tutti più umani. A cosa serve, del resto, una società che raggiunge sempre nuovi risultati tecnologici, ma che diventa meno solidale verso chi è nel bisogno?»

Tra coloro che, nell’area del Mediterraneo, più faticano vi è chi fugge dalle guerre o lascia la propria terra in cerca di una vita degna. In diversi contesti sociali è diffuso un senso di indifferenza e perfino di rifiuto nei loro confronti. Questo atteggiamento, stigmatizzato in molte parabole evangeliche, è proprio di chi si chiude nella propria ricchezza e paura, senza accorgersi di chi, con le parole o semplicemente con il suo stato di indigenza, sta invocando aiuto. La retorica dell’invasione e dello scontro di civiltà serve solo a giustificare la violenza e ad alimentare l’odio e la debolezza della politica e il settarismo sono cause di radicalismi e terrorismo.

«A me fa paura quando ascolto qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo, e mi fa sentire discorsi che seminavano paura e poi odio nel decennio ’30 del secolo scorso. […] Il Mediterraneo […] è il mare del meticciato […]. Le purezze delle razze non hanno futuro. […] Essere affacciati sul Mediterraneo rappresenta dunque una straordinaria potenzialità […]. Solamente il dialogo permette di incontrarsi, di superare pregiudizi e stereotipi, di raccontare e conoscere meglio sé stessi.»

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In conclusione, il Papa ha detto che per chi crede nel Vangelo il dialogo non ha semplicemente un valore antropologico, ma anche teologico. Infatti, ascoltare il fratello è sia un atto di carità che un modo per mettersi in ascolto dello Spirito di Dio. Successivamente, Papa Francesco ha celebrato la messa in Corso Vittorio Emanuele II e nell’omelia ha commentato il superamento da parte di Gesù dell’antica legge “occhio per occhio e dente per dente” con la non violenza.

«Qual è la ragione? Che il Padre, nostro Padre, ama sempre tutti, anche se non è ricambiato. […] Allora, se vogliamo essere discepoli di Cristo, se vogliamo dirci cristiani, questa è la via, non ce n’è un’altra. Amati da Dio, siamo chiamati ad amare; perdonati, a perdonare; toccati dall’amore, a dare amore senza aspettare che comincino gli altri; salvati gratuitamente, a non ricercare alcun utile nel bene che facciamo. […] Gesù qui non parla per paradossi, non usa giri di parole. […] Sono parole volute, parole precise.»

Amare i nemici e pregare per chi ci perseguita è la novità cristiana, è la differenza cristiana. Il comando dell’amore non è una provocazione, ma la massima indicazione per andare oltre la prudenza e i compromessi verso l’estremismo della carità, l’unico estremismo cristiano lecito. Per il Papa, siccome il culto a Dio è il contrario della cultura dell’odio, dobbiamo disarmare il nostro cuore anche se per sopravvivere in questo mondo, dove prevale la logica della forza e sembra che ognuno pensi a sé, ci sembra di dover fare il contrario.

«Ma allora la logica di Gesù è perdente? È perdente agli occhi del mondo, ma vincente agli occhi di Dio. […] Dio vede oltre. Sa come si vince. Sa che il male si vince solo col bene. Ci ha salvati così: non con la spada, ma con la croce. Amare e perdonare è vivere da vincitori. Perderemo se difenderemo la fede con la forza. […] Nei Getsemani di oggi, nel nostro mondo indifferente e ingiusto, dove sembra di assistere all’agonia della speranza, il cristiano non può fare come quei discepoli che prima impugnarono la spada e poi fuggirono. No, la soluzione non è sfoderare la spada contro qualcuno e nemmeno fuggire dai tempi che viviamo. La soluzione è la via di Gesù: l’amore attivo, l’amore umile, l’amore «fino alla fine» (Gv 13,1).»

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