Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Belgio. Primo e secondo giorno
Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Belgio. Primo e secondo giorno
Papa Francesco è arrivato in Belgio giovedì sera, continuando il suo viaggio apostolico dopo essere stato in Lussemburgo. Venerdì mattina, nel castello di Laeken situato nei pressi di Bruxelles, dopo le visite al re e al primo ministro ha incontrato le autorità e la società civile. Nel suo discorso, ha affermato che questo Paese, scelto dopo la Seconda guerra mondiale come sede delle principali istituzioni europee, «ricorda a tutti gli altri che, quando […] si comincia a non rispettare più confini e trattati e si lascia alle armi il diritto di creare il diritto, sovvertendo quello vigente, si scoperchia il vaso di Pandora e tutti i venti incominciano a soffiare violenti, squassando la casa e minacciando di distruggerla. […] La concordia e la pace, infatti, non sono una conquista che si ottiene una volta per tutte, bensì un compito e una missione […] da curare con tenacia e pazienza». Il pontefice si è poi soffermato sull’infamia degli abusi sui minori, per cui la Chiesa deve chiedere perdono ricordandosi che «Uno solo è sufficiente per vergognarsi!».
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Nel pomeriggio, il Papa si è recato alla Katholieke Universiteit Leuven e nella Promotiezaal ha rivolto ai docenti universitari l’invito ad allargare i confini della conoscenza, attualmente limitata da una stanchezza dello spirito e da un razionalismo senz’anima: «Da una parte, siamo immersi in una cultura segnata dalla rinuncia alla ricerca della verità. Abbiamo perduto l’inquieta passione del cercare, per rifugiarci nella comodità di un pensiero debole […], per rifugiarci nella convinzione che tutto sia uguale, che una cosa valga l’altra, che tutto sia relativo. Dall’altra parte, quando nei contesti universitari e anche in altri ambiti si parla della verità, si scade spesso in un atteggiamento razionalista, secondo cui può essere considerato vero soltanto ciò che possiamo misurare, sperimentare, toccare, come se la vita fosse ridotta unicamente alla materia e a ciò che è visibile».
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Sabato mattina, Francesco prima si è intrattenuto per la colazione nella parrocchia di Saint Gilles, poi ha incontrato vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, seminaristi e operatori pastorali presso la basilica del Sacro Cuore di Koekelberg. A loro ha proposto alcune riflessioni attorno a tre parole: evangelizzazione, che in questo tempo di crisi richiede il coraggio di una conversione ecclesiale per avviare le trasformazioni pastorali che riguardano anche consuetudini, modelli e linguaggi della fede; gioia, che deve trasparire dal predicare, celebrare, servire e fare apostolato per mostrare che la fede è un cammino verso la felicità; misericordia, grazie alla quale Dio perdona tutto e sempre donandoci un cuore nuovo.
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