Chiedo a tutti: non coprite gli abusi!

Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Belgio. Secondo e terzo giorno.

Il viaggio apostolico di Papa Francesco in Belgio è continuato sabato pomeriggio a Bruxelles con l’incontro all’Université Catholique de Louvain, avvenuto prima di quello privato con i membri della Compagnia del Gesù nel collegio Saint Michel. Agli studenti il pontefice ha detto che a volte la guerra, la corruzione e le nuove forme di schiavitù «inquinano la stessa religione, che diventa uno strumento di dominio. State attenti!». Per i cristiani il male non ha l’ultima parola, ma questo non deve togliere il nostro impegno, perché la speranza è una nostra responsabilità. Poi il discorso si è soffermato su tre atteggiamenti: riconoscenza, per la Terra donataci; missione, per il bene di tutti; fedeltà, a Dio e all’uomo. Dopo aver parlato del ruolo della donna nella Chiesa, il Papa ha affrontato il tema dello studio, affermando che «ha senso quando cerca la verità, […] ma con animo critico».

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Domenica mattina, prima di tornare in Vaticano, Francesco ha celebrato messa nello stadio Re Baldovino. Nella sua omelia, ha analizzato tre parole chiave legate alle letture del giorno: apertura, comunione e testimonianza. Riguardo alla prima, ha detto che «con il Battesimo, abbiamo ricevuto una missione nella Chiesa. Ma si tratta di un dono, non di un titolo di vanto. La Comunità dei credenti non è una cerchia di privilegiati, è una famiglia di salvati, e noi non siamo inviati a portare il Vangelo nel mondo per i nostri meriti, ma per la grazia di Dio […]. E allora, se vogliamo cooperare, con amore aperto e premuroso, all’azione libera dello Spirito senza essere di scandalo, di ostacolo a nessuno con la nostra presunzione e la nostra rigidità, abbiamo bisogno di svolgere la nostra missione con umiltà, gratitudine e gioia».

Poi, la comunione è importante perché «l’unica via della vita è quella del dono, dell’amore che unisce nella condivisione. La via dell’egoismo genera solo chiusure, muri e ostacoli […] incatenandoci alle cose e allontanandoci da Dio e dai fratelli». A questa riflessione hanno fatto seguito ferme parole sugli abusi nella Chiesa: «tutti saremo giudicati e non c’è posto per l’abuso, non c’è posto per la copertura dell’abuso. Chiedo a tutti: non coprite gli abusi! Chiedo ai vescovi: non coprite gli abusi! Condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa malattia dell’abuso». Infine, c’è la testimonianza, come quella della venerabile serva di Dio Anne de Jèsus, che è stata beatificata nell’occasione, e la sua santità messa in pratica con una vita semplice e povera fatta di preghiera, lavoro e carità.

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