Non riduciamo la croce a un oggetto di devozione o un simbolo politico

Le parole di Papa Francesco nella terza giornata del viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia.

Il terzo giorno del viaggio apostolico in Slovacchia di Papa Francesco è iniziato con il trasferimento da Bratislava a Prešov, dove ha presieduto la divina liturgia bizantina di san Giovanni Crisostomo nel piazzale del Mestská športová. Il pontefice ha spiegato il significato di vedere e testimoniare la croce quale rivelazione della bellezza dell’amore di Dio, proprio come ha fatto san Giovanni. Egli ha innanzitutto visto Gesù che muore brutalmente e ingiustamente tra due malfattori, cosa che agli occhi del mondo rende la croce un fallimento e non la gloria del Signore che volontariamente si offre per ogni uomo. Dal contemplare il Crocifisso scaturisce la testimonianza. Se si immerge lo sguardo in Gesù, il suo volto comincia a riflettersi sul nostro ed esigere che noi testimoniamo con amore umile il Vangelo e le Beatitudini.

«Come possiamo imparare a vedere la gloria nella croce? […] La croce è dipinta o scolpita in ogni angolo delle nostre chiese. Non si contano i crocifissi: al collo, in casa, in macchina, in tasca. Ma non serve se non ci fermiamo a guardare il Crocifisso e non gli apriamo il cuore, se non ci lasciamo stupire dalle sue piaghe aperte per noi, se il cuore non si gonfia di commozione e non piangiamo davanti al Dio ferito d’amore per noi. […] Il testimone che ha la croce nel cuore e non soltanto al collo non vede nessuno come nemico, ma tutti come fratelli e sorelle per cui Gesù ha dato la vita.»

Leggi qui il testo completo della divina liturgia

Il Papa si è poi recato a Košice, dove nel quartiere Luník IX ha incontrato la comunità Rom, alla quale ha detto che nessuno nella Chiesa deve sentirsi fuori posto o messo da parte, perché Dio ci desidera ciascuno diverso ma tutti uniti attorno a Lui. I Rom sono troppe volte stati oggetto di preconcetti, giudizi impietosi, stereotipi discriminatori, ma Gesù ha detto: «Non giudicate» (Mt 7,1). Il Vangelo non va addolcito o annacquato. Parlare per sentito dire, essere inflessibili con gli altri, aggettivare secondo pregiudizi è sfigurare con le parole la bellezza dei figli di Dio, che sono nostri fratelli. Occorre dunque riconoscere che ciascuno porta in sé una bellezza in cui il Creatore si rispecchia.

Leggi qui il testo completo del saluto

Infine, Papa Francesco ha radunato tanti giovani presso lo stadio Lokomotiva e risposto ad alcune domande che gli sono state fatte. Riguardo all’amore nella coppia, ha detto di non volere tutto e subito secondo la logica dell’usa e getta, ma ricercare la fedeltà, il dono, la responsabilità. Quando si sogna l’amore, non bisogna credere agli effetti speciali, ma amare l’altro com’è. Un altro consiglio è stato sulla confessione: non si va a confessarsi come dei castigati che devono umiliarsi, ma come dei figli che corrono a ricevere l’abbraccio del Padre. Dopo ogni confessione, è bene rimanere qualche istante a ricordare il perdono che ricevuto, non i peccati che non ci sono più.

Leggi qui il testo completo del discorso