Le parole di papa Francesco nel viaggio apostolico a Marsiglia. Venerdì
Le parole di papa Francesco nel viaggio apostolico a Marsiglia. Venerdì
Come Maria, «noi, sacerdoti, consacrati, diaconi, siamo […] chiamati a far sentire alla gente lo sguardo di Gesù e, nello stesso tempo, a portare a Gesù lo sguardo dei fratelli. […] Nel primo caso siamo strumenti di misericordia, nel secondo strumenti di intercessione». Lo ha detto ieri pomeriggio Papa Francesco durante la preghiera mariana con il clero diocesano nella basilica di Notre Dame de la Garde di Marsiglia, meta del suo ultimo viaggio apostolico organizzato in occasione della conclusione dei Rencontres méditerranéennes. La Madonna, infatti, da una parte indica lo sguardo del Figlio per mostrarci il suo amore, dall’altra raccoglie quelli di tanti uomini e donne per portarli a Dio.
Il primo sguardo, pieno di tenerezza e compassione, va dall’alto in basso non per giudicare, ma per rialzare chi è a terra. Per questo, dice il pontefice, «Apriamo le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore, per mostrare attraverso la nostra mitezza, gentilezza e accoglienza il volto del nostro Signore. Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, trovi la testimonianza di un’umile gioia». Per il secondo sguardo bisogna farsi voce che intercede, recitando il breviario, la meditazione quotidiana della Parola, il Rosario e ogni altra preghiera, soprattutto quella di adorazione. «Tutte queste preghiere saranno affollate dai volti di quanti la Provvidenza vi mette sul cammino. Porterete con voi i loro occhi, le loro voci, le loro domande […]. Vi farete loro eco fedele, come intercessori, come angeli in terra, messaggeri che portano tutto “davanti alla gloria del Signore” (Tb 12,12)».
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Successivamente, il Papa ha partecipato al momento di raccoglimento con i leader religiosi nei pressi del memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare. «Troppe persone, in fuga da conflitti, povertà e calamità ambientali, trovano tra le onde del Mediterraneo il rifiuto definitivo alla loro ricerca di un futuro migliore. E così questo splendido mare è diventato un enorme cimitero, dove molti fratelli e sorelle sono privati persino del diritto di avere una tomba, e a venire seppellita è solo la dignità umana», ha detto nel suo discorso. Siamo dunque di fronte a un bivio di civiltà: dobbiamo scegliere o la cultura della fratellanza che feconda di bene la comunità umana, o quella dell’indifferenza che insanguina il Mediterraneo.
I rappresentanti delle diverse religioni sono chiamati a essere di esempio, in memoria del padre Abramo che pose alle radici dei tre monoteismi mediterranei l’accoglienza in nome di Dio: «Il Cielo ci benedirà, se in terra e sul mare sapremo prenderci cura dei più deboli, se sapremo superare la paralisi della paura e il disinteresse che condanna a morte con guanti di velluto». Infine, Francesco si rivolge a coloro che vanno in mare per salvare vite: «tante volte vi impediscono di andare, perché – si dice – alla nave manca qualcosa, manca questo, quest’altro… Sono gesti di odio contro il fratello, travestiti da equilibrio. Grazie per tutto quello che fate».
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