Continuiamo la nostra missione come testimoni di coraggio, bellezza e speranza

Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Papua Nuova Guinea. Primo giorno.

Con l’arrivo in Papua Nuova Guinea questo venerdì, Papa Francesco è giunto nel secondo Paese del suo viaggio apostolico nel Sud-est asiatico. Nella capitale Port Moresby, il giorno successivo è iniziato con l’incontro con il governatore generale, le autorità, rappresentanti della società civile e il corpo diplomatico presso l’APEC Haus. Nel suo discorso, ha espresso il suo fascino per la ricchezza culturale e spirituale di questo arcipelago formato da centinaia di isole in cui si parlano più di ottocento lingue e vivono altrettanti gruppi etnici, a maggioranza cristiana. Le istituzioni hanno la responsabilità di gestire al meglio le risorse destinate da Dio all’intera collettività tenendo conto delle esigenze delle popolazioni locali.

«Anche se a volte ce ne dimentichiamo, l’essere umano ha bisogno, oltre che del necessario per vivere, di una grande speranza nel cuore […]. L’abbondanza dei beni materiali, senza questo respiro dell’anima, non basta a dar vita a una società vitale e serena, laboriosa e gioiosa, anzi, la fa ripiegare su sé stessa. L’aridità del cuore le fa perdere l’orientamento e dimenticare la giusta scala dei valori […]. Per questo è necessario orientare lo spirito verso realtà più grandi; occorre che i comportamenti siano sostenuti da una forza interiore, che li metta al riparo dal rischio di corrompersi e di perdere lungo la strada la capacità di riconoscere il significato del proprio operare e di eseguirlo con dedizione e costanza».

Clicca qui per leggere il testo completo del discorso

Nel pomeriggio, il pontefice ha fatto visita ai bambini di Street Ministry e Callan Services alla Caritas Technical Secondary School. A loro ha detto che «ciascuno di noi, nel mondo, ha un ruolo e una missione che nessun altro può svolgere e che questo, anche se comporta delle fatiche, dona allo stesso tempo un mare di gioia, in modo diverso per ogni persona. […] tutti abbiamo dei limiti, delle cose che sappiamo fare meglio, e altre che invece facciamo fatica o non possiamo fare mai, ma non è questo che determina la nostra felicità: piuttosto è l’amore che mettiamo in qualsiasi cosa facciamo, doniamo e riceviamo.

Poi, nel santuario di Maria Ausiliatrice il Papa ha incontrato i vescovi della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminaristi e i catechisti. Nel suo discorso ha fatto una lettura parallela tra la chiesa salesiana, presa come simbolo, e tre aspetti del cammino cristiano e missionario: il coraggio di cominciare, come quello dei costruttori di questo edificio che hanno iniziato l’impresa facendo un grande atto di fede, rivelatosi portatore di frutti, reso però possibile solo grazie ai tanti inizi coraggiosi dei missionari che li hanno preceduti; la bellezza di esserci, simboleggiata nelle conchiglie kina, segno di prosperità, con cui è ornato il presbiterio e che ci ricordano che il tesoro più bello agli occhi del Padre siamo noi; la speranza di crescere, con le immagini dei patriarchi, che per aver creduto hanno ricevuto in dono una numerosa discendenza, che ci incoraggiano ad avere fiducia nella fecondità dell’apostolato.

Clicca qui per leggere il testo completo del discorso