Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Portogallo in occasione della GMG di Lisbona. Domenica
Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Portogallo in occasione della GMG di Lisbona. Domenica
Si è conclusa ieri la ventottesima Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, dopo che un milione e mezzo di giovani hanno partecipato alla messa di chiusura mattutina nel parque Tejo. L’omelia di Papa Francesco è iniziata con le parole dette dall’apostolo Pietro a Gesù sul monte della Trasfigurazione: «Signore, è bello per noi essere qui!» (Mt 17,4). Per i ragazzi e le ragazze presenti la GMG è stata una grande esperienza di vita insieme a coetanei e a Gesù e per il pontefice ha permesso di portare con sé tre verbi: brillare, ascoltare e non temere. Il primo, legato alla luce della Trasfigurazione di Cristo che prepara alla notte della Passione i discepoli delusi dall’aver saputo della morte del messia, richiama la speranza per affrontare le oscurità della vita, che grazie al Signore illumina lo sguardo, il cuore e la mente. Diventare luminosi non significa mettersi sotto i riflettori per esibirsi, ma imparare ad amare come Gesù.
Il secondo verbo indica l’essenziale: ascoltare Gesù. Sul monte, i discepoli sentono la voce divina che li esorta: «questi è il Figlio mio prediletto, ascoltatelo» (Mt 17,5). Quando si è in dubbio, occorre prendere il Vangelo e leggere cosa dice Gesù, cosa dice al proprio cuore, perché lui con le sue parole ci indica il cammino dell’amore. Infine, bisogna non avere paura, come disse Gesù ai discepoli al termine della Trasfigurazione: «Non temete» (Mt 17,7). Davanti al timore di non veder realizzati i propri sogni, al pensiero di non farcela, all’idea di sentirsi inadeguati, alla volontà di cambiare il mondo, i giovani non devono aver paura di agire come credono.
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Nell’Angelus, il Papa ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso la riuscita della GMG e tutti i giovani, ai quali ha chiesto di custodire con cura e far crescere quello che Dio ha seminato nei loro cuori. Grazie, ha sottolineato, in portoghese si dice obrigado, termine che «non esprime solo gratitudine per ciò che si è ricevuto, ma anche il desiderio di ricambiare il bene». Infine, il pontefice ha rivolto l’invito al Giubileo dei giovani del 2025 e alla prossima GMG di Seoul nel 2027.
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Nel pomeriggio, prima della cerimonia di congedo e il ritorno in Vaticano, Francesco ha incontrato i volontari della GMG presso il passeio marítimo di Algés. A loro ha detto che hanno sentito l’urgenza di condividere la gioia nel servizio come Maria che «si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39) per andare a servire la cugina Elisabetta; come Zaccheo che scese velocemente dall’albero dove era salito per vedere Gesù per accoglierlo a casa sua (Lc 19,6); come le donne e i discepoli che a Pasqua corsero avanti e indietro dalla tomba al cenacolo per annunciare che Cristo era risorto (Gv 20,1-18). «Chi ama non sta con le mani in mano, chi ama serve, chi ama corre a servire, corre a impegnarsi nel servizio agli altri».
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