Gesù ci spinge a correre il rischio di amare

Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico in Portogallo in occasione della GMG di Lisbona. Venerdì

È iniziato con la confessione di alcuni giovani partecipanti alla ventottesima Giornata Mondiale della Gioventù il terzo giorno di Papa Francesco a Lisbona, nel giardino Vasco da Gama, per poi proseguire con il suo incontro con i rappresentanti di alcuni centri di assistenza e di carità nel centro paroquial de Serafina. Nel discorso di ieri rivolto a questi ultimi, il pontefice ha sottolineato tre aspetti della carità, che è origine e meta del cammino cristiano, emersi dalle testimonianze dei presenti: fare il bene insieme, agire concretamente e stare vicini ai più fragili. Nel primo la parola chiave è “insieme”, ovvero il modo in cui si deve vivere, aiutare e amare tra giovani e adulti, sani e malati. Così non ci si lascia definire dai problemi o dalle malattie, perché ognuno è un dono per la comunità e arricchisce l’altro.

Agire concretamente significa andare incontro ai bisogni reali con creatività e coraggio, con gioia e fiducia nella Provvidenza, qui e ora, senza perdere tempo a lamentarsi. Poi, la volontà di stare vicino ai più fragili ci deve portare a vedere le necessità di chi ha più bisogno di noi. Siamo tutti fragili, ma sono i poveri, gli esclusi, gli emarginati, gli scartati, i piccoli, gli indifesi i preferiti di Dio, da aiutare senza preferenze. Il Papa ha dunque esortato i giovani: «Se vogliamo essere davvero felici, impariamo a trasformare tutto in amore, offrendo agli altri il nostro lavoro e il nostro tempo, dicendo parole e compiendo gesti buoni, anche con un sorriso, con un abbraccio, con l’ascolto, con lo sguardo. […] Aiutare gli altri è un dono per sé e fa bene a tutti».

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Dopo il pranzo con i giovani presso la nunziatura apostolica, Francesco ha partecipato alla Via Crucis nel parque Eduardo VII. Alle centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze ha detto: «Gesù è la Via e noi cammineremo con Lui, perché Lui ha camminato. […] Ha camminato curando i malati, assistendo i poveri, facendo giustizia; ha camminato predicando, insegnando. […] Il cammino di Gesù è Dio che esce da sé stesso, esce da sé stesso per camminare tra noi. […] E questo lo fa per amore». La Croce è la figura di questo cammino e la via verso il Calvario è quella che dev’essere più incisa nel nostro cuore. La Croce è il senso più grande dell’amore più grande, quello con il quale Cristo vuole abbracciare la vita di tutti noi, quello con il quale dona la sua vita per ognuno di noi. Così facendo, egli spera che lo guardiamo, che apriamo le finestre della nostra anima.

Papa Francesco ha poi chiesto ai giovani se qualche volta piangono, se c’è qualcosa che li fa piangere. In quei momenti, il Signore è con noi, per accompagnarci nell’oscurità. «Gesù, con la sua tenerezza, asciuga le nostre lacrime nascoste. Gesù spera di riempire, con la sua vicinanza, la nostra solitudine. […] Gesù vuole colmare la nostra paura, la tua paura, la mia paura, quelle paure oscure vuole colmarle con la sua consolazione. E Lui spera di spingerci ad abbracciare il rischio di amare. […] Bisogna correre il rischio di amare. È un rischio, ma vale la pena correrlo, e Lui ci accompagna in questo».

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