Anche i cristiani devono chiedere perdono ai rom per averli discriminati e segregati

Le parole di Papa Francesco durante il terzo giorno della visita apostolica in Romania: Blaj.

Domenica si è concluso il viaggio apostolico in Romania di Papa Francesco (leggi qui il racconto del primo giorno e qui quello del secondo). Nel Campo della Libertà di Blaj, egli ha celebrato la liturgia con beatificazione di sette vescovi greco-cattolici martiri. L’omelia è iniziata con la domanda dei discepoli rivolta a Gesù, nell’episodio evangelico della guarigione del cieco nato, «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» (Gv 9,2).

“Tutta la scena e le discussioni rivelano quanto risulti difficile comprendere le azioni e le priorità di Gesù, capace di porre al centro colui che stava alla periferia. […] Così sono le resistenze e le ostilità che sorgono nel cuore umano quando, al centro, invece delle persone, si mettono interessi particolari, etichette, teorie, astrazioni e ideologie, che, là dove passano, non fanno altro che accecare tutto e tutti. Invece la logica del Signore è diversa: lungi dal nascondersi nell’inazione o nell’astrazione ideologica, cerca la persona con il suo volto, con le sue ferite e la sua storia. Le va incontro e non si lascia raggirare da discorsi incapaci di dare la priorità e di mettere al centro ciò che realmente è importante. […] Pensiamo, in particolare, ai sette vescovi greco-cattolici che ho avuto la gioia di proclamare beati. Di fronte alla feroce oppressione del regime, essi dimostrarono una fede e un amore esemplari per il loro popolo. […] Questi pastori, martiri della fede, hanno recuperato e lasciato al popolo rumeno una preziosa eredità che possiamo sintetizzare in due parole: libertà e misericordia. […] Cari fratelli e sorelle, anche oggi riappaiono nuove ideologie che, in maniera sottile, cercano di imporsi e di sradicare la nostra gente dalle sue più ricche tradizioni culturali e religiose. […] Sono voci che, seminando paura e divisione, cercano di cancellare e seppellire la più preziosa eredità che queste terre hanno visto nascere. […] Vorrei incoraggiarvi a portare la luce del Vangelo ai nostri contemporanei e a continuare a lottare, come questi beati, contro queste nuove ideologie che sorgono. Tocca a noi adesso lottare, come è toccato a loro lottare in quei tempi.”

Leggi qui il testo completo dell’omelia

Nel pomeriggio, Papa Francesco ha incontrato a Blaj la comunità rom e le ha rivolto un saluto con parole di perdono.

“Nel cuore porto un peso. È il peso delle discriminazioni, delle segregazioni e dei maltrattamenti subiti dalle vostre comunità. La storia ci dice che anche i cristiani, anche i cattolici non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo. Chiedo perdono – in nome della Chiesa al Signore e a voi – per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele, e non siamo stati capaci di riconoscervi, apprezzarvi e difendervi nella vostra peculiarità. […] Ogni giorno c’è da scegliere tra Abele e Caino. Come davanti a un bivio, si pone tante volte di fronte a noi una scelta decisiva: percorrere la via della riconciliazione o quella della vendetta. Scegliamo la via di Gesù. È una via che costa fatica, ma è la via che conduce alla pace. E passa attraverso il perdono.”

Leggi qui il testo completo del saluto