Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico a Singapore.
Le parole di Papa Francesco nel viaggio apostolico a Singapore.
Papa Francesco è arrivato mercoledì pomeriggio nel quarto e ultimo Paese del suo lungo viaggio apostolico nel Sud-est asiatico, Singapore, dove si è innanzitutto trattenuto con i membri della Compagnia del Gesù presso il Centro per ritiri San Francesco Saverio. Il giorno successivo, ha fatto visita al presidente della Repubblica e al Primo Ministro nella Parliament House, per poi incontrare le autorità, la società civile e il corpo diplomatico nel teatro del Centro culturale universitario della National University of Singapore. Nel suo discorso ha parlato dell’ingegno umano che c’è dietro questa moderna e prospera città-stato, segnalando però
«il rischio che un certo pragmatismo e una certa esaltazione del merito comportano, vale a dire la conseguenza non intenzionale di legittimare l’esclusione di coloro che si trovano ai margini dei benefici del progresso.[…] Le sofisticate tecnologie dell’era digitale e i rapidi sviluppi nell’uso dell’intelligenza artificiale non possono farci dimenticare che è essenziale coltivare relazioni umane reali e concrete; e che queste tecnologie si possono valorizzare proprio per avvicinarsi gli uni agli altri, promuovendo comprensione e solidarietà, e non per isolarsi pericolosamente in una realtà fittizia e impalpabile».
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Nel pomeriggio, il pontefice ha celebrato la messa nello stadio nazionale presso il Singapore Sports Hub, iniziando l’omelia citando san Paolo: «La conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica» (1Cor 8,1). All’origine delle «grandi e ardite architetture» che caratterizzano Singapore non ci sono i soldi e nemmeno la tecnica, ma proprio l’amore che edifica. Non è un’affermazione ingenua, ha detto, perché «senza l’amore non c’è vita, né slancio, né motivo per agire, né forza per costruire». Se qualcosa di buono è solo perché «l’amore ha prevalso sull’odio, la solidarietà sull’indifferenza, la generosità sull’egoismo».
«La fede, poi, ci conferma e ci illumina ancora di più circa questa certezza, perché ci dice che alla radice della nostra capacità di amare e di essere amati c’è Dio stesso, che con cuore di Padre ci ha desiderati e portati all’esistenza in modo totalmente gratuito […]. questa è una parola importante per noi perché, al di là dello stupore che proviamo davanti alle opere fatte dall’uomo, ci ricorda che c’è una meraviglia ancora più grande, da abbracciare con ancora maggiore ammirazione e rispetto: e cioè i fratelli e le sorelle che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino, senza preferenze e senza differenze […]. L’edificio più bello, il tesoro più prezioso, l’investimento più redditizio agli occhi di Dio, qual è? Siamo noi».
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Venerdì mattina il Papa ha fatto visita a un gruppo di anziani e malati della Casa Santa Teresa, per poi concludere i suoi impegni apostolici con l’incontro interreligioso con i giovani nel Catholic Junior College. Ai ragazzi e alle ragazze presenti ha detto che «Un giovane che non critica non va bene. Ma dev’essere costruttivo nella critica, perché c’è una critica distruttiva, che fa tante critiche ma non fa una strada nuova. […] Un giovane che sceglie di passare sempre la sua vita in modo confortevole è un giovane che ingrassa! Ma non ingrassa la pancia, ingrassa la mente! Per questo dico ai giovani: “Rischiate, uscite! Non abbiate paura!”. […] Un giovane che vive totalmente schiavo dei media com’è quel giovane? È un giovane disperso. Tutti i giovani devono usare i media ma usare i media perché ci aiutino ad andare avanti, non perché ci rendano schiavi».
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