Papua Nuova Guinea, la Chiesa chiede di fermare le violenze contro gli accusati di stregoneria

Un vescovo ha denunciato l’impunità che gode chi compie questi crimini sempre più diffusi e crudeli

Quest’estate, la Caritas della Papua Nuova Guinea ha lanciato un appello per fermare le violenze legate alle accuse di stregoneria e l’impunità che gode chi compie questi atti. La denuncia è arrivata dopo che, nella provincia di Enga, nove donne sono state accusate di aver provocato la morte di un noto imprenditore tramite sortilegi e per questo crudelmente maltrattate, nonostante il proprietario della Mapai Transport sia probabilmente deceduto per infarto o ictus. Quattro di esse sono defunte.

Come ha ricostruito AsiaNews, i dipendenti e i volontari della Caritas locale, che fa parte della diocesi di Wabag, si sono presi cura delle sopravvissute, con l’obiettivo di reinserirle nella comunità in un momento sicuro. Il vescovo ausiliare Justin Ain Soongie ha condannato il gesto efferato di «alcuni individui che continuano a disturbare la pace e l’armonia delle nostre società infliggendo sofferenze inimmaginabili a donne vulnerabili». Nel comunicato a sua firma, egli dice anche:

«La stregoneria è un comportamento opportunistico in gran parte guidato dal sospetto, dalla paura, dalla rivalsa o dalla vendetta, dalla disonestà e dai desideri economici, e purtroppo di solito è incoraggiata da amici e parenti. Sebbene le credenze e le pratiche di stregoneria siano ancora prevalenti in alcune parti del Paese, non si è mai visto un atto così barbaro come questo recente incidente».

Il problema sta anche nel fatto che, nonostante la polizia provinciale abbia dichiarato di voler arrestare e perseguire i responsabili, l’impunità di cui questi godono nella realtà ha portato il vescovo a rivolgersi ai poliziotti e ai tribunali di Wabag per chiedere di agire tempestivamente in merito a tutti i casi di violenza rilevati connessi ad accuse di stregoneria. Infatti, secondo uno studio dell’Australian National University pubblicato nel 2017, solamente novantuno persone su quindicimila coinvolte in questi reati sono state incarcerate per i loro crimini. Inoltre, secondo diverse fonti locali il problema si sta diffondendo anche nelle provincie della Papua Nuova Guinea dove prima non esisteva.