I quindici anni di esperienza in Papua Nuova Guinea di suor Shanty Joseph testimoniano le gioie e le difficoltà del servizio.
I quindici anni di esperienza in Papua Nuova Guinea di suor Shanty Joseph testimoniano le gioie e le difficoltà del servizio.
Suor Shanty Joseph, indiana delle Missionarie dell’Immacolata, vive da quindici anni il suo servizio apostolico in Papua Nuova Guinea, Paese di seicento isole sparse nel Pacifico ricco di culture e patrimoni naturali tra aspre montagne, vegetazione lussureggiante e spiagge incontaminate. Qui il cristianesimo è piuttosto diffuso, ma nella società prevalgono forti credenze culturali tradizionali e «i missionari devono affrontare la sfida di rafforzare la fede cristiana della gente, soprattutto in tempi di malattia e calamità», ha detto ad AsiaNews.
La missione della religiosa, che porta avanti quella della congregazione iniziata nel 1988, è cominciata con le consorelle a Watuluma, località accessibile solo via mare. In questa zona remota, priva di beni di prima necessità, comunicazioni, strade e trasporti, ha insegnato in una scuola secondaria, alla quale venivano anche studenti di altre isole. La vita era semplice e affascinante nella condivisione dell’entusiasmo e delle fatiche dei giovani, ma le sfide erano molte: per raggiungere la città più vicina servivano due giorni in barca attraverso il mare, che poteva essere agitato, e in questi viaggi sono capitati assalti di pirati.
Dopo otto anni, suor Shanty si è trasferita nella missione gestita dai salesiani a Kerema, in un’area remota dove ha proseguito con l’insegnamento. Pure qui l’accesso alle necessità di base era limitato, però la sua attività le ha permesso «di stabilire un legame profondo con la gente senza pretese, libera dal trambusto della vita moderna. Ho apprezzato molto il tempo trascorso con gli studenti, gli insegnanti e la comunità, dove ogni giorno è stata una lezione di umiltà, pazienza e perseveranza». Oggi la religiosa risiede a Port Moresby e, vista la sua esperienza, si è fatta un’idea precisa della missione in Papua Nuova Guinea.
Da una parte, c’è la fatica di operare in un Paese dove l’87% della popolazione vive in aree rurali carenti di strutture sanitarie, reti di comunicazione e strade, per cui le persone o affrontano le difficoltà nell’isolamento o devono percorrere tanta strada a piedi. Dall’altra, questa vita insegna che «apprezzare la bontà della cultura locale mi ha permesso di abbracciare la gente e questo posto con amore», oltre che la pazienza e la forza grazie a Dio. Come afferma il salmo 91, «Egli comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le sue vie», suor Shanty ha «sperimentato questa protezione più volte sul campo della mia missione».
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