Il vescovo di Cefalù ha deciso di affidare la gestione della chiesa di una comunità montana a dei laici accompagnati da un sacerdote.
Il vescovo di Cefalù ha deciso di affidare la gestione della chiesa di una comunità montana a dei laici accompagnati da un sacerdote.
Da questo mese, la parrocchia siciliana di San Paolo Apostolo sarà guidata da un gruppo di famiglie. Lo ha deciso monsignor Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, nella cui diocesi si trova la chiesa. La comunità cristiana della frazione di Isnello, comune montano in provincia di Palermo all’interno del Parco delle Madonie, sarà dunque accompagnata nella propria fede da dei laici, che attualmente dirigono l’Ufficio della Pastorale familiare diocesana. Questi saranno accompagnati da un sacerdote, che fungerà da mediatore e garantirà i sacramenti e le celebrazioni eucaristiche. Come riporta Vatican News, il vescovo spiega così la scelta:
«San Paolo Apostolo è una parrocchia nata agli inizi degli anni ’80 per dare accoglienza a tante famiglie villeggianti amanti della montagna e per andare incontro alla richiesta di molti matrimoni da celebrare in questo luogo suggestivo. Possiamo dire che il territorio di competenza della parrocchia non è rappresentato da uno spazio fisico, ma da uno spazio umano chiamato famiglia.»
L’affidamento della gestione della parrocchia a delle persone che da tempo si occupano di sostenere la famiglia non è un caso. I laici dovranno proporre iniziative concrete di ascolto, formazione e preghiera, facendo della chiesa una vera e propria stazione missionaria vicina ai bisogni dei nuclei familiari, soprattutto quelli più fragili. In un periodo storico in cui la società soffre per la disgregazione della famiglia, essi saranno dei punti di riferimento nel segno del Vangelo. Mons. Marciante aggiunge:
«Penso che in futuro, in tutta la Chiesa, ci saranno sempre più laici che guideranno delle comunità parrocchiali nelle quali il sacerdote manterrà la responsabilità in campo sacramentale. Tutto dovrà, però, avere la dimensione missionaria, altrimenti i laici si trasformeranno in preti mancati. La parrocchia dovrà essere davvero quell’ospedale da campo di cui spesso Papa Francesco ci parla.»
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