A Pasqua saranno migliaia i nuovi battezzati in Estremo Oriente

Gli esempi delle piccole Chiese di Hong Kong e della Cambogia, che attraggono chi è in cerca del significato della vita.

L’Estremo Oriente è pronto ad accogliere migliaia di nuovi cristiani, che a Pasqua riceveranno il sacramento del battesimo. A Hong Kong saranno ben 2.800 i fedeli che si aggiungeranno alla Chiesa locale. In otto cerimonie di scrutinio, il vescovo ha verificato il percorso di fede dei catecumeni, soprattutto persone in età adulta che giungono al termine di un periodo di preparazione che dura da quasi due anni. P. Giorgio Pasini, superiore regionale del Pontificio Istituto Missioni Estere nell’ex colonia britannica, li ha descritti a Mondo e Missione.

“È raro che i nuovi cristiani provengano da un’esperienza di fede legata al buddismo. Di solito, sono persone che in passato non appartenevano ad alcuna religione e che magari rispettavano il tradizionale culto degli antenati. In queste pratiche però non hanno trovato significato per la loro vita. Da qui inizia una ricerca personale, che li porta a trovarlo nella fede cattolica e nel messaggio cristiano. I catecumeni provengono da ogni fascia della popolazione, molti sono professionisti dotati di una grande preparazione culturale. Ad introdurli alla Chiesa in genere sono amici o familiari, ma può anche capitare che vi si avvicinino tramite informazioni raccolte su internet. In diversi casi, sono attratti dalle posizioni della Chiesa su temi come i diritti umani”.

Anche in Cambogia, nella notte di Pasqua le comunità cattoliche celebreranno il battesimo di 294 persone, soprattutto nella capitale Phnom Penh, ma anche nei capoluoghi di provincia Battambang e Kampong Cham. Nell’omelia in occasione della messa del Crisma proposta da AsiaNews, mons. Olivier Michel Marie Schmitthaeusler, vicario apostolico di Phnom Penh, ha esortato i fedeli a vivere la loro missione di battezzati e inviati.

“Qui il nostro piccolo vicariato e le nostre piccole prefetture non hanno grandi strutture, e le nostre comunità, spesso minuscole e piantate in mezzo a un campo di riso, ai piedi di una collina o nel cuore della città, non contano folle di cristiani. La missione è il cuore della nostra vita di fedeli, sacerdoti e religiosi. Qui, l’intero Popolo di Dio è un apostolo, con una preoccupazione quotidiana, alla maniera di San Paolo: «Guai a me se non proclamassi il Vangelo!». […] È semplicemente il risultato del lavoro dei sessanta sacerdoti presenti in Cambogia, o delle centinaia di religiosi e religiose che vivono qui, o del lavoro di una trentina di missionari laici? No, soprattutto, è opera di Dio. Cari fratelli e sorelle, siamo questo Popolo di Dio, battezzati e inviati.”