Da un decennio il loro numero cresce e l’invasione dell’Ucraina (ma non solo) ha portato al sorpasso di questa drammatica soglia.
Da un decennio il loro numero cresce e l’invasione dell’Ucraina (ma non solo) ha portato al sorpasso di questa drammatica soglia.
È da un decennio che il numero delle persone costrette a fuggire dalle proprie case è in aumento ogni anno e ora è giunto al livello più elevato da quando si è cominciato a registrarlo, sorpassando la drammatica soglia di cento milioni. Secondo l’UNHCR, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati, al termine del 2021 coloro che erano scappati da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani risultavano essere 89,3 milioni, oltre il doppio rispetto a dieci anni fa. Ma l’invasione russa dell’Ucraina, che ha portato a uno degli esodi forzati di più ampia portata e quello in più rapida espansione dalla Seconda Guerra Mondiale, le emergenze in Africa, Afghanistan e altre aree del mondo hanno fatto schizzare verso l’alto il numero globale di fuggitivi.
Il riacutizzarsi di certi conflitti e l’esplosione di nuovi, in particolare le guerre di medio-alta intensità in ventitré stati dove vivono ottocentocinquanta milioni di persone, si sono affiancati a carenze alimentari, inflazione ed emergenza climatica. Così, l’anno scorso i rifugiati sono arrivati a essere 27,1 milioni, la maggior parte migrata in nazioni confinanti dotate di scarse risorse come Uganda, Ciad e Sudan e a reddito basso o medio. Invece, il numero delle persone sfollate all’interno del proprio Paese è salito a 53,2 milioni, tra i casi più gravi di fuga da conflitti ci sono il Myanmar, la regione etiope del Tigray, il Burkina Faso e il Ciad. A questi si aggiungono 4,6 milioni di richiedenti asilo e 4,4 milioni di venezuelani scappati all’estero.
La Turchia ha accolto il numero più elevato di rifugiati (3,8 milioni), seguita da Uganda (1,5), Colombia (1,8), Pakistan (1,5) e Germania (1,3). Più dei due terzi di essi sono fuggiti da soli cinque Paesi: Siria (6,8 milioni), Venezuela (4,6), Afghanistan (2,7), Sud Sudan (2,4) e Myanmar (1,2). In relazione al numero di rifugiati pro capite rispetto agli abitanti della nazione accogliente, troviamo il Libano (1 su 8), la Giordania (1 su 14) e la Turchia (1 su 23). Per quanto riguarda i richiedenti asilo, il numero più elevato di nuove domande c’è stato negli Stati Uniti d’America (quasi centonovantamila), seguiti da Germania, Messico, Costa Rica e Francia.
Oltre a questi dati negativi, c’è da segnalare con qualche speranza il ritorno alla propria terra di 5,7 milioni di persone in fuga, comprendenti 5,3 milioni di sfollati interni e oltre quattrocentomila rifugiati. Queste cifre appaiono modeste se confrontate con quelle esposte precedentemente, ma fanno registrare un incremento del settantuno per cento dei casi di rimpatrio volontario.
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