La più antica raffigurazione delle donne al sepolcro

In una domus ecclesiae del III secolo, attualmente in Siria, un dipinto racconta in modo originale l’episodio evangelico.

Una teoria di figure femminili velate, recanti in mano torce e unguenti, si sta dirigendo verso un imponente sarcofago impreziosito da due grandi stelle sul coperchio. Un’altra teoria di donne incede invece verso una porta con i battenti semiaperti. La scena del dipinto murale è molto lacunosa, ma mostra due momenti consequenziali dell’arrivo delle pie donne al sepolcro di Cristo: è la più antica rappresentazione al mondo di questo passo evangelico.

Come raccontato sull’Osservatore Romano, si trova nel sito archeologico di Dura Europos, sull’Eufrate, in una delle più antiche domus ecclesiae mai rinvenute, ovvero in una casa trasformata, agli inizi del III secolo, in un luogo di culto cristiano. Al piano terra di questo edificio erano stati predisposti gli ambienti per le varie funzioni religiose, tra cui il battistero, dove pareti e soffitto sono stati dipinti con un cielo azzurro costellato di stelle e scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento.

Nell’immagine delle donne al sepolcro, il sarcofago rimanda alle arche litiche monumentali diffuse in tutto il vicino Oriente paleocristiano e le due grandi stelle possono alludere, secondo la cultura giudeo-cristiana siropalestinese, a due simboli angelici. La porta dischiusa rappresenterebbe l’ingresso del sepolcro di Cristo, in quanto la prassi funeraria locale prevedeva che il sarcofago fosse collocato in una camera funeraria.

L’organizzazione iconografica è, vista la precocità, estremamente originale. Solo nel secolo successivo si fisserà uno schema rappresentativo dell’episodio, in particolare con la scultura funeraria occidentale. La creazione della Rotonda del Santo Sepolcro nella basilica costantiniana influì sulla sua evoluzione iconografica: l’edificio a pianta centrale collegato al martyrium inizierà ad entrare nelle opere artistiche.

In una delle formelle della porta lignea della basilica romana di Santa Sabina, della prima metà del V secolo, l’angelo appare a due delle pie donne davanti a un sepolcro con tetto a doppio spiovente. Nel dittico Trivulzio, ora conservato al Castello Sforzesco di Milano, il pannello superiore presenta, scolpiti nell’avorio, i due militi romani addormentati dinanzi a un sepolcro a pianta centrale, mentre quello inferiore le due Marie al cospetto dell’angelo seduto con sullo sfondo la parete di un mausoleo in pietra con un portale monumentale dischiuso. Questi modelli iniziano a ripetersi e, nel tempo, ad avere molta fortuna, allontanandosi dalla primitiva scelta fatta a Dura Europos.