Per la prima volta delle donne saranno coinvolte nell’elezione dei vescovi

Due suore e una laica sono state nominate dal Papa al Dicastero per i vescovi, prima formato solo da cardinali e vescovi.

Tra i nuovi membri del Dicastero per i vescovi voluti da Papa Francesco, per la prima volta nella storia sono state nominate tre donne, due religiose e una laica: suor Raffaella Petrini delle Suore Francescane dell’Eucaristia, segretaria generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; suor Yvonne Reungoat, già superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice; Maria Lia Zervino, presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche. Questa decisione era stata anticipata durante l’intervista del pontefice dell’agenzia di stampa Reuters. Finora questo istituto, che si occupa tra l’altro dell’elezione dei pastori diocesani, era formato solo da cardinali e vescovi, mentre tra i consultori vi sono presuli e sacerdoti e tra gli officiali una suora.

Leggi qui l’intervista a Papa Francesco dell’agenzia di stampa Reuters

C’è stata dunque grande sorpresa tra le nominate. Suor Yvonne Reungoat ha infatti dichiarato a Vatican News: «No, non me l’aspettavo assolutamente. Avevo visto che il Papa aveva accennato a questa intenzione e la consideravo una buona notizia, ma non avevo assolutamente pensato che avrei potuto esserci anch’io. È stata una sorpresa totale che ho appreso dai messaggi di congratulazioni che ho ricevuto». La religiosa francese, presidente dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia con una grande esperienza missionaria soprattutto in Africa, non ha ancora ricevuta alcuna indicazione concreta sul suo compito, ma ha le idee chiare sulle priorità su cui basarsi per decidere un vescovo: deve essere «un pastore, un sacerdote che manifesta nel suo modo di vivere una capacità di vicinanza al popolo, di ascolto, di accompagnamento e di coinvolgimento di tutte le vocazioni nella propria Chiesa locale». Ad Avvenire ha aggiunto con gioia e fermezza: «È importante che la donna prenda il suo posto, senza tirarsi indietro nelle possibilità offerte, per dare il suo contributo specifico in complementarietà con quello degli uomini, vescovi e cardinali. Siamo chiamare a essere sempre noi stesse, credendo che lo Spirito santo esiste per tutti».

Anche l’argentina Maria Lia Zervino, che appartiene all’associazione Servidora di donne consacrate dell’ordo virginum ed è stata anche direttrice della Commissione nazionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale argentina, ha espresso a Vatican News il suo stupore, dicendo di aver ricevuto la notizia «come una grande sorpresa di Gesù, come Gesù fa normalmente e anche come Papa Francesco fa, che ogni giorno ci sorprende! E quindi per me è stato un colpo». Ha poi sottolineato la storicità della decisione di Papa Francesco, che permetterà di tenere conto dello sguardo femminile nella scelta di una parte di coloro che governano la Chiesa. Avvenire ha ricordato che l’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche, di cui lei è presidente, sostiene il diaconato femminile, ma l’associazione «rispetterà quello che il Papa deciderà dopo che riceverà il report della seconda commissione per il diaconato femminile che lui stesso ha istituito».