Per la prima volta la Segreteria di Stato vaticana ha una dirigente donna

Francesca Di Giovanni è la nuova sottosegretaria della Sezione per i Rapporti con gli Stati e coordinerà il settore multilaterale.

Da vari anni in Vaticano si pensa alla necessità di istituire un sottosegretario per il settore multilaterale, dedicato ai rapporti con le organizzazioni intergovernative a livello internazionale e alla rete dei trattati multilaterali tra Stati. Questo ambito è importante perché sancisce la volontà politica riguardo a vari temi concernenti il bene comune globale, come lo sviluppo, l’ambiente, la protezione delle vittime dei conflitti, la condizione della donna.

La Sezione per i Rapporti con gli Stati ha già un sottosegretariato, quello del settore della diplomazia bilaterale, condotto da monsignor Mirosław Wachowski. Ma l’ambito multilaterale ha modalità proprie di funzionamento e, per questo, Papa Francesco ha deciso di dedicargli un nuovo sottosegretariato. Questa scelta, che si potrebbe considerare di mero interesse amministrativo, porta in realtà con sé una grande novità: un incarico di questo livello in Segreteria di Stato è stato dato, per la prima volta, a una donna.

Francesca Di Giovanni è infatti la nuova sottosegretaria della Sezione per i Rapporti con gli Stati e avrà il compito di coordinare il lavoro del settore multilaterale. Da quasi ventisette anni lavora nella Segreteria di Stato grazie alle sue competenze giuridico-amministrative, precedentemente maturate presso il Centro internazionale del Movimento dei Focolari. Di Giovanni si è sempre occupata del settore multilaterale, affrontando temi concernenti i migranti e i rifugiati, il diritto internazionale umanitario, le comunicazioni, il diritto internazionale privato, la condizione della donna, la proprietà intellettuale e il turismo. Ma la nomina non se l’aspettava, come racconta a Vatican News.

«È la prima volta che una donna ha un compito dirigenziale in Segreteria di Stato. Il Santo Padre ha preso una decisione innovativa, certamente, che, al di là della mia persona, rappresenta un segno di attenzione nei confronti delle donne. Ma la responsabilità è legata al compito, più che al fatto di essere donna. […] Non possono non tornarmi in mente le parole del Santo Padre nell’omelia del 1° gennaio scorso, in cui egli fa – possiamo dire – un inno al ruolo della donna, dicendo anche che “La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali”. […] Una donna può avere determinate attitudini per trovare punti comuni, curare i rapporti avendo a cuore l’unità.»