La nomina del Papa di suor Simona Brambilla delle Missionarie della Consolata è all’insegna della missionarietà e della cura.
La nomina del Papa di suor Simona Brambilla delle Missionarie della Consolata è all’insegna della missionarietà e della cura.
Continua la concretizzazione della scelta di Papa Francesco di nominare anche religiose e laici nei ruoli al vertice dei dicasteri vaticani, in linea con lo spirito sinodale con cui sta caratterizzando la Chiesa. Il pontefice ha infatti designato quale segretaria del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica suor Simona Brambilla, già superiora generale delle Missionarie della Consolata, che diventa così la prima donna a ricoprire questa carica nell’istituzione guidata dal prefetto cardinale João Braz de Aviz.
Suor Simona Brambilla, dopo il diploma di infermiera professionale e la professione perpetua nel 1999, si è occupata di pastorale giovanile di Maúa in Mozambico ed è stata docente presso l’Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana. Nel 2011 è stata eletta superiora generale dell’Istituto Suore Missionarie della Consolata, dove era consigliera generale dal 2005, carica che ha ricoperto fino a maggio di quest’anno. Dal 2019 è membro del Dicastero del quale è diventata segretaria – e nel quale il sottosegretariato è ricoperto da Carmen Ros Nortes delle suore di Nostra Signora della Consolazione –, assieme ad altre sei superiore generali ancora tali o che lo sono state. Attualmente sta partecipando alla sedicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi come membro di nomina pontificia.
La nomina è dunque all’insegna della missionarietà e della cura. L’Agenzia Fides ricorda alcune parole della religiosa: «L’esperienza personale di vita con la gente scirima di Maúa e dintorni è stata per me un’occasione preziosa di approfondimento del senso della missione e della missione come missionaria della Consolata. Felicemente contaminata dalla prospettiva macua, mi sono ritrovata a gustare e valorizzare in modo inedito la dimensione femminile e materna intrinseca al nostro carisma. Il riconoscimento, il rispetto, l’accoglienza e la cura premurosa di ogni germe di vita presente nelle persone, nei popoli e nella storia mi sono apparse più che mai come caratteristiche essenziali e specifiche della missionarietà».
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