Tra i profughi dell’offensiva turca ci sono anche cristiani

Non sono solo i curdi che stanno fuggendo in Siria e Iraq: le preoccupazioni e le condanne delle Chiese locali.

«Siamo di fronte a gente che sta soffrendo molto. Alcune famiglie erano tornate in Siria, nelle terre di origine, per ricominciare una nuova vita e si sono viste costrette a fuggire di nuovo. Nel recente passato la presenza degli americani aveva garantito una certa stabilità nel nord-est della Siria, la loro partenza e l’offensiva turca ha stravolto la situazione e le famiglie hanno deciso di tornare nel Kurdistan. Abbiamo parlato con i sacerdoti della zona e da quello che sappiamo vi sono anche alcune famiglie cristiane in fuga da Hassaké e Qamishli, che hanno già trovato accoglienza e riparo fra i parenti ad Ankawa ed Erbil.»

Ad Asianews, p. Samir Youssef, parroco della diocesi irachena di Amadiya, conferma che l’offensiva turca contro i curdi del nord della Siria sta rischiando di creare una nuova emergenza umanitaria con gli oltre centomila sfollati. I profughi curdi, cristiani e arabi sunniti, che scappano dai bombardamenti, raggiungono i parenti o i campi profughi, in un’area già destabilizzata che non riceve più aiuti dalla comunità internazionale. P. Samir, che chiede che Europa e Stati Uniti mostrino più decisione verso la Turchia, riporta con dolore che sono sempre più frequenti le scene di bambini che fanno l’elemosina per strada.

Ma quello che preoccupa ancora di più è il pericolo che, in questa situazione, lo Stato Islamico riprenda vigore. Infatti, ci sono notizie di jihadisti che sono scappati dai centri di detenzione, in quanto i guardiani sono ora impegnati a combattere al fronte. Mons. Basilio Yaldo, ausiliare di Baghdad e collaboratore del patriarca, esprime forti preoccupazioni e anche lui chiede alla comunità internazionale di esercitare pressioni sulla Turchia.

In Siria, l’invasione di Erdogan, già condannata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, non fa fuggire solo curdi, ma pure cristiani armeni, assiri, caldei, facendo rivivere loro i drammi dell’immediato passato dello Stato Islamico. L’offensiva turca ha fatto pronunciare dure parole al vicario apostolico di Aleppo dei Latini mons. Georges Abou Khazen, raccolte sempre da AsiaNews:

«I jihadisti operano e combattono sotto l’egida dell’esercito turco. Poi hanno la pretesa di far tornare i profughi siriani dove già ci sono popoli e persone… in realtà l’obiettivo è quello della pulizia etnica, per mettere altri profughi. […] Queste guerre non risolvono i problemi, anzi: gettano le basi per altri, ancora più grandi. Gli Stati Uniti hanno tradito i curdi. Vero è che i siriani erano contro l’indipendenza curda, si poteva ipotizzare una forma di autonomia, ma sono stati gli americani a spingerli verso una ricerca dell’indipendenza. Gli Usa li hanno aiutati a occupare un quarto del territorio siriano, dove ci sono pozzi petroliferi e riserve di gas naturali. E ora li hanno abbandonati e venduti.»