Un progetto Caritas in Perù sulla sovranità alimentare

Nelle zone pianeggianti dell’Amazzonia migliaia di persone vulnerabili sono state aiutate per uno sviluppo sostenibile.

Con il progetto “Gestione del territorio per la riduzione del rischio di catastrofi e di adattamento ai cambiamenti climatici, per garantire la sovranità alimentare nelle zone pianeggianti dell’Amazzonia peruviana”, Caritas Perù insieme a Caritas Yurimaguas, con il sostegno di Caritas Spagna, ha contribuito allo sviluppo sostenibile aiutando le famiglie più vulnerabili nel distretto di Yurimaguas, nella provincia dell’Alto Amazonas. Più di cinquemilacinquecento persone, appartenenti a oltre millecento nuclei familiari di trenta comunità rurali nei bacini fluviali dell’Huallaga e del Paranapura, hanno beneficiato di questa iniziativa. Carla Linares Santoyo, segretaria generale di Caritas Yurimaguas, ha spiegato all’Agenzia Fides:

«Per tre anni (2017-2020), il progetto ha sostenuto attività in agroforestazione, gestione del rischio e adattamento ai cambiamenti climatici, sorveglianza nutrizionale e sicurezza alimentare, oltre all’igiene fisica legale del territorio comunale, per supportare le famiglie nella formalizzazione delle loro proprietà e/o sviluppare piani per acquistare le proprietà.»

Più di quattrocento ettari di terreno sono stati coltivati con specie forestali, agricole, frutticole e agrumicole, di cui il 60 percento circa in monocoltura, integrati con sistemi agroforestali e recuperando centocinquanta ettari di aziende agricole abbandonate. La produzione di queste piante è stata effettuata in diversi luoghi: prima nella stazione sperimentale San Ramón de Yurimaguas, che appartiene all’Istituto nazionale di innovazione agraria, poi nel centro di produzione del villaggio di Apangurayacu, ma anche in ventuno asili nido comunali. Così, l’esperienza è diventata diffusa e le conoscenze delle famiglie coinvolte sono state rafforzate, grazie anche al lavoro dei promotori ambientali formati in ciascuna comunità.

Per prevenire e ridurre la malnutrizione cronica delle future mamme, dei neonati e dei giovani sotto i cinque anni di età, sono state portate avanti delle azioni sulla salute e sull’alimentazione, facendo scendere il tasso nei bambini dal venti all’otto percento. Inoltre, sono stati organizzati laboratori formativi rivolti agli operatori sanitari di comunità e al personale sanitario, attività dimostrative sulla nutrizione con alimenti locali per le madri, somministrazioni di antiparassitari e aiuti per la sicurezza alimentare con la consegna di polli e l’installazione di oltre duecentotrenta orti biologici. Ora la speranza è che lo sviluppo delle famiglie coinvolte rimanga sostenibile.