Il progresso contro il lavoro minorile ha subito una battuta d’arresto

Nel mondo quasi uno su dieci fra bambini e adolescenti è costretto a lavorare, spesso in situazioni pericolose.

Dal 2016, il progresso globale contro il lavoro minorile ha subito una battuta d’arresto. Le ultime stime indicano che all’inizio dell’anno scorso nel mondo circa centosessanta milioni di bambini e adolescenti, il sessanta per cento maschi e il quaranta per cento femmine, erano coinvolti in diverse forme di lavoro, che in quasi la metà dei casi era pericoloso, ovvero potenzialmente dannoso per la salute e lo sviluppo psico-fisico. La percentuale di minori coinvolti, pari a quasi un minore su dieci, è rimasta ferma, ma il loro numero assoluto è aumentato di oltre otto milioni.

Lo dice il nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro dell’Unicef Lavoro minorile. Stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro, che offre un bilancio sul tema a livello globale per porre fine a questo sfruttamento. Le stime si rifanno a più di cento rilevazioni statistiche su famiglie che coprono due terzi della popolazione mondiale di individui di età compresa tra i cinque e i diciassette anni. Il quadro che emerge, però, nasconde i progressi che sono stati registrati in Asia, nel Pacifico, in America latina e nei Caraibi. In queste aree, il lavoro minorile è diminuito negli ultimi quattro anni sia in termini percentuali che assoluti. Nell’Africa sub-sahariana, invece, è successo l’opposto: qui c’è la maggiore l’incidenza di bambini e adolescenti costretti a lavorare rispetto al resto del mondo.

In generale, la fascia d’età compresa tra i dodici e i diciassette anni è quella in cui si sono registrati progressi continui, con una costante tendenza al ribasso rispetto alle stime precedenti. Al contrario, tra i bambini di età compresa tra i cinque e gli undici anni il lavoro minorile è aumentato, in controtendenza rispetto ai dati registrati cinque anni fa. Se non vengono adottate misure urgenti, la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, che globalmente ha aumentato la povertà, minaccia di erodere i miglioramenti raggiunti. Una nuova analisi, infatti, prevede che, se non saranno prese misure adeguate, altri nove milioni di minori saranno costretti a lavorare entro la fine del 2022.

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