Dopo le esperienze tra serie A1 e nazionale giovanile suor Chiara Luce ha detto sì alla vita contemplativa.
Dopo le esperienze tra serie A1 e nazionale giovanile suor Chiara Luce ha detto sì alla vita contemplativa.
Da promessa della nazionale di basket a suora di clausura: è la storia di Oriana Milazzo, trentatreenne siciliana che un mese fa, nella chiesa di Santa Maria di Gesù ad Alcamo (diocesi di Trapani), con la professione solenne si è consacrata alla vita contemplativa. La nuova vita presso l’antico monastero Santa Chiara le ha portato anche un nuovo nome: suor Chiara Luce di Maria dimora della Santissima Trinità, racconta Avvenire.
Oriana, nata nel 1991 a Canicattì, ha avuto in gioventù una forte passione per la pallacanestro, come la sorella più giovane. Per seguire i suoi sogni, nel 2005 si trasferisce ad Alcamo, dove c’è una squadra che milita in serie A2. Qui, i genitori affidano la ragazza a una famiglia di terziari francescani, che la portano a messa alla chiesa del monastero facendole conoscere la comunità delle Sorelle povere. L’anno successivo arriva la chiamata della società di Priolo (provincia di Siracusa), che partecipa alla serie A1, e della nazionale giovanile, per la quale continuerà a giocare diversi anni. L’esordio nella massima serie del campionato e la canotta azzurra sembrano un desiderio che si realizza.
Ma «c’era qualcosa che continuava a mancarmi, sentivo una insoddisfazione in me», ha detto la religiosa al momento della professione dei voti temporanei, avvenuta ad Alcamo cinque anni fa. Dedica dunque più tempo all’impegno in parrocchia per rendersi utile agli altri e decide di iscriversi alla facoltà di Medicina, con l’obiettivo di diventare medico missionario. Però, tutto questo non le basta ancora: «Cominciano gli interrogativi nel cuore per comprendere quale fosse il mio posto nel mondo per il mio bene».
Dopo essere tornata nel 2010 a giocare ad Alcamo, dove ottiene la promozione in A1, la stagione successiva sceglie la squadra di Pomezia (provincia di Roma). Nel frattempo, però, c’è stata la Gmg di Madrid del 2011. Qui lei capisce cosa vuole veramente e si riavvicina alle Sorelle povere, conosciute anni prima. «Mi sono sentita come se ritornassi a casa», ha confessato. Con le clarisse fa due anni di postulantato, poi un anno di noviziato nel monastero di Città della Pieve (provincia di Perugia) e altri due ad Alcamo, fino alla professione temporanea. Ora questo cammino tortuoso e intenso è approdato alla professione solenne nel carisma di santa Chiara.
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