Il patriarca armeno di Costantinopoli appoggia la volontà del presidente turco, ma proponendo uno spazio riservato ai cristiani.
Il patriarca armeno di Costantinopoli appoggia la volontà del presidente turco, ma proponendo uno spazio riservato ai cristiani.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta cercando di accelerare la riapertura al culto islamico di Santa Sofia a Istanbul. L’edificio, in origine basilica e poi trasformato in moschea, è oggi un museo, istituito dal padre della Turchia moderna Kemal Ataturk. Questa decisione ha aperto un dibattito tra chi vuole mantenerne la destinazione attuale e chi teme che la scelta sia legata a un’idea estremista della religione funzionale alla politica nazionalista di Erdogan. Ma c’è anche chi propone una via di mezzo, che potrebbe trovare tutti d’accordo.
Come riporta AsiaNews, Sahak Mashalian, 85° patriarca armeno di Costantinopoli, ha proposto che il tempio, visto che è abbastanza grande, possa essere usato da tutti e che una zona sia riservata ai cristiani. In un’ottica di pace e maturità religiosa, ha aggiunto, Santa Sofia diventerebbe un simbolo di umanità. Visto che cristiani e musulmani celebrano il proprio culto sotto lo stesso cielo, non vede perché non possano farlo anche sotto la stessa cupola.
«Santa Sofia è stata fondata grazie all’opera di mille lavoratori, spendendo una fortuna. Nei 1500 anni sono avvenute molte opere di riparazione, fra cui gli sforzi della fondazione Fatih Sultan. Tutto è stato fatto per proteggere questo tempio come luogo di culto, e non certo come museo. Penso che credenti inginocchiati, che si prostrano con rispetto e ammirazione, meglio si adattino alla natura del luogo rispetto a turisti che vagano qua e là per scattare foto.»
Il patriarca armeno ricorda che la fede è sempre nell’unico Dio/Allah, anche se il credo è diverso. Questo luogo, che ha accolto tra le sue mura mille anni di preghiera cristiana e cinquecento di preghiera musulmana, potrebbe diventare una sintesi straordinaria, la concretizzazione di un’utopia. D’altronde, non possiamo permetterci un ulteriore conflitto fra la croce e la mezzaluna.
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