In Germania, uno studio rileva come solo per il 5% dei giovani Dio e la comunità ecclesiale hanno ancora un ruolo.
In Germania, uno studio rileva come solo per il 5% dei giovani Dio e la comunità ecclesiale hanno ancora un ruolo.
Secondo uno studio effettuato nell’autunno del 2018 dalla Chiesa evangelica tedesca, che comprende le Chiese luterane e riformate, solo nel 5% dei giovani Dio, la fede e la comunità ecclesiale hanno ancora un ruolo. Anche se il 61% di loro appartiene a una delle grandi Chiese, è solamente il 19% che si definisce religioso. È emerso che prima della fede vengono sé stessi, la famiglia, gli amici e i colleghi. Questo il commento di Gerhard Wegner, capo dell’istituto di ricerca che ha effettuato lo studio, riportato dal sito dehoniano Settimana News:
“Abbiamo l’impressione di avere a che fare con una generazione postcristiana che vive una vita indipendente e felice anche senza la Chiesa. È una generazione che ha rotto quasi tutti i ponti con la Chiesa e che non attribuisce ad essa alcun importante ruolo sociale: la Chiesa deve perciò rendersi conto che i giovani adulti non si aspettano più niente da lei.”
Davanti a dati così sconvolgenti, il sinodo tedesco di Würzburg, tenutosi verso la fine dell’anno scorso, ha avanzato alcune idee per provare a invertire la rotta: rafforzare la presenza nel campo digitale; pensare a nuovi luoghi per la comunità e a trasmettere i messaggi in un linguaggio comprensibile ai giovani; offrire più spazio alla loro partecipazione attiva negli organismi direttivi della Chiesa. Infatti, secondo uno studio del 2015, circa i due terzi dei giovani ritengono che la Chiesa debba sì esistere, ma anche cambiare se vuole avere un futuro, e il 57% di essi pensa che la Chiesa non abbia risposte ai problemi che stanno loro a cuore.
Il dibattito tedesco si è poi concentrato su un aspetto rilevante della vita cristiana: il culto domenicale, ancora attraente solo per le persone più anziane (solo il 3% dei protestanti lo frequenta, 734.000 su 21 milioni di fedeli). Serve ancora così com’è o si può pensare di eliminarlo? Nello studio, anche i giovani che vanno raramente in Chiesa ritengono importante la celebrazione del Natale e delle occasioni quali battesimi, matrimoni e funerali.
Per il sociologo delle religioni di Münster, Detlef Pollack, l’abbandono del culto domenicale sarebbe pericoloso, perché si rinuncerebbe ad affermare che la domenica è il giorno santo. Piuttosto, la celebrazione va resa più attraente, ad esempio accorciando la liturgia e fornendo servizi in modo più professionale. In Germania il problema esiste, in misura un po’ inferiore, anche per la Chiesa cattolica, che vede la frequentazione della messa domenicale da parte del 9,3% dei fedeli. Ma il campanello d’allarme rimane.
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