Questo dato del 2019, fortemente cresciuto negli ultimi anni, è anche aumentato nei periodi di chiusura delle scuole.
Questo dato del 2019, fortemente cresciuto negli ultimi anni, è anche aumentato nei periodi di chiusura delle scuole.
Ogni giorno, l’87,3% dei giovani italiani tra gli 11 e i 17 anni di età utilizza il telefono cellulare e tre quarti di essi navigano su internet, con una percentuale leggermente superiore tra le ragazze. Quattro anni fa, coloro che accedevano quotidianamente al web erano il 56,2%. La crescita è stata molto rapida e, considerando che questi dati si riferiscono al 2019, i periodi di chiusura delle scuole conseguenti alle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19 hanno provocato un’ulteriore impennata, assieme all’abbassamento dell’età. Ciò ha portato a una maggiore esposizione ai pericoli della rete.
Lo afferma l’undicesimo Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia curato dal Gruppo CRC, a cui aderiscono, tra le tante organizzazioni, AGESCI, Caritas Italiana e CSI. Il testo continua dicendo che sono stati registrati casi di cyberbullismo anche nel corso della didattica online di scuole secondarie di primo e secondo grado. Addirittura, un’associazione del Gruppo CRC ha registrato che, durante il primo lockdown da marzo a maggio 2020, le segnalazioni ricevute a livello nazionale sono quadruplicate.
Infatti, ormai c’è una compenetrazione tra la violenza fisica e quella virtuale, tanto che sia i bulli che le vittime le possono vivere entrambe e talvolta si scambiano i ruoli nel passaggio da online a offline. Diversi passi in avanti sono stati fatti, ma molti minori sono ancora coinvolti in episodi di violenza, il 10% come vittime e il 7% come aggressori. Purtroppo, l’atteggiamento è spesso passivo: la metà dei testimoni di atti di cyberbullismo non ha fatto nulla per contrastarli, percentuale che cresce al 58% nei casi di discorsi d’odio. Un bambino su tre non affronta le situazioni online che lo danneggiano, mentre uno su quattro non parla a nessuno di quanto è accaduto.
Secondo il rapporto EU Kids Online 2020, il 9% dei minorenni non si sente mai sicuro online, il 38% quasi mai e il 36% solo a volte. Per loro internet è percepita più come un rischio che come un’opportunità. Siccome aumentano i genitori che propendono a limitare l’accesso al web e a mettere in guardia sui suoi pericoli rispetto a quelli che ne incoraggiano un uso positivo, è sempre più opportuno pianificare nelle scuole primarie e secondarie un approccio curricolare ad hoc sui diritti online e sulle competenze digitali, meglio tramite una materia obbligatoria a sé stante (non integrata, ad esempio, nell’educazione civica) e un uso maggiore delle tecnologie e della didattica digitale nelle diverse materie scolastiche.
Leggi il rapporto I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia
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