Il Codex Sassoon del IX-X secolo è stato battuto per 38,1 milioni di dollari in un evento di Sotheby’s e verrà esposto a Tel Aviv.
Il Codex Sassoon del IX-X secolo è stato battuto per 38,1 milioni di dollari in un evento di Sotheby’s e verrà esposto a Tel Aviv.
È stato venduto all’asta per oltre trentotto milioni di dollari il primo esempio sopravvissuto di un unico volume contenente tutti i libri della Bibbia ebraica con la loro punteggiatura, le loro vocali e i loro accenti. Si tratta del Codex Sassoon, la copia più antica e più completa esistente della Torah, realizzata, stando agli studiosi, tra la fine del IX secolo e l’inizio del X in Israele o in Siria. Si è trattato di un avvenimento storico per Sotheby’s, che ha organizzato l’asta del 17 maggio 2023 a New York, e per il mercato dei volumi non solo religiosi, ma antichi in generale.
Come si legge su Shalom, la rivista della comunità ebraica di Roma, il volume contiene tutti i libri della Torah, ma è mancante di circa otto fogli che comprendono anche i primi dieci capitoli della Genesi. Esso è stato acquistato dall’American Friends of ANU – Museum of the Jewish People di Tel Aviv, come ha annunciato Sotheby’s dopo l’asta, grazie a una generosa donazione da parte di Alfred H. Moses, ex ambasciatore americano in Romania, e della sua famiglia. Il codice sarà donato al museo israeliano, che lo esporrà nella mostra permanente.
Il Codex Sassoon fu donato nel XIII secolo alla sinagoga di Makisin, nella Siria nord-orientale. Quando quell’edificio sacro fu distrutto, probabilmente alla fine del secolo successivo, il manoscritto fu affidato a un membro della comunità affinché lo custodisse in attesa del momento in cui la sinagoga sarebbe stata ricostruita. Sembra, tuttavia, che il tempio non sia mai stato restaurato e così del codice non si ha avuto più notizie per secoli. Nel 1929 riemerse e fu offerto in vendita a David Solomon Sassoon, eminente studioso e bibliofilo che riunì la più importante collezione privata di manoscritti ebraici del Novecento. Dal 1989 il volume è stato proprietà del finanziere e collezionista svizzero Jacqui Safra ed oggetto di studi da parte dagli esperti.
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