Nella regione di Zaporizhzhia la Chiesa greco-cattolica ucraina è illegale

Nell’oblast occupato militarmente l’amministrazione filorussa ha vietato ogni sua attività, compresa quella delle Caritas.

Nella parte della regione di Zaporizhzhia occupata militarmente dalla Russia è stata proibita ogni attività della Chiesa greco-cattolica ucraina, comprese quelle socio-umanitarie degli organismi cattolici come le Caritas e i Cavalieri di Colombo. La misura repressiva, che riguarda l’80% del territorio dell’oblast dell’Ucraina, è stata scoperta soltanto di recente, ma il documento in russo che la istituisce è datato dicembre 2022.

Avvenire riporta il commento dell’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk: «Tutte le organizzazioni e comunità religiose, a eccezione della Chiesa ortodossa russa, sono soggette a una dura repressione. Facciamo appello a tutte le istituzioni internazionali affinché facciano udire la loro voce in difesa dei credenti schiacciati nei territori occupati dalla Russia e in difesa del diritto internazionale umanitario, che garantisce la libertà religiosa anche durante la guerra».

Il decreto dell’amministrazione militare filorussa utilizza una serie di pretesti giuridici per giustificare legalmente il divieto: la presunta presenza di armi ed esplosivi negli edifici ecclesiastici; infrazioni fittizie alla legislazione sulle organizzazioni religiose e pubbliche della Federazione russa come la partecipazione di parrocchiani a rivolte di massa e a manifestazioni anti-russe, la distribuzione di appelli a violare l’integrità territoriale della Russia, l’adesione ad azioni di organizzazioni estremiste e alla propaganda di idee neonaziste.

Oltre a interdire ogni attività, gli occupanti hanno dato ordine di trasferire i beni mobili e immobili della Chiesa greco-cattolica ucraina all’amministrazione militare-civile russa e di rescindere i suoi contratti di locazione di terreni e locali in essere con le autorità locali. Inoltre, la Chiesa non può essere pubblicamente registrata nella regione, diventando quindi di fatto illegale. Questa repressione della Chiesa greco-cattolica nell’oblast di Zaporizhzhia è arrivata dopo che i governanti russi avevano fatto prima arrestare due religiosi redentoristi nella città di Berdyansk, poi deportare i sacerdoti rimasti a prestare servizio nella città occupata di Melitopol. Dei religiosi non si hanno più notizie.