Tra le varie disposizioni di sicurezza, durante la comunione eucaristica è il celebrante che si deve recare al posto di ogni singolo fedele.
Tra le varie disposizioni di sicurezza, durante la comunione eucaristica è il celebrante che si deve recare al posto di ogni singolo fedele.
Come indicato nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2020, da oggi sono consentite le cerimonie funebri, seppur con delle limitazioni per il contenimento della diffusione del Covid-19: possono partecipare solo i congiunti fino a un massimo di quindici persone, indossando mascherine e rispettando la distanza di sicurezza di almeno un metro. A riguardo, la Segreteria generale della CEI ha inoltrato un quesito al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno per avere delle delucidazioni in merito alla celebrazione delle esequie.
Nella risposta, che ricorda come la tutela della salute pubblica richieda ancora la limitazione di alcuni diritti costituzionali tra cui l’esercizio della libertà di culto, viene specificato che la cerimonia deve essere circoscritta esclusivamente in un edificio di culto o in un luogo all’aperto. I partecipanti devono evitare la formazione di assembramenti e di cortei di accompagnamento al trasporto del feretro e devono allontanarsi quanto prima dal luogo della celebrazione. La liturgia deve svolgersi in un tempo contenuto ed evitare ogni contatto fisico, come lo scambio del segno di pace. La forma liturgica e i riti dell’ultima commendatio e della valedictio del defunto (oggetto di richiesta specifica da parte della CEI) sono rimessi alla prudenza dell’autorità ecclesiastica. Infine, il Ministero richiede che, se la celebrazione avviene al chiuso, il locale deve avere una capienza adeguata al distanziamento interpersonale ed essere precedentemente sanificato.
La CEI ha poi emanato una nota complementare alla risposta ministeriale, successivamente modificata da un aggiornamento. Infatti, inizialmente si era chiesto ai parroci di dotarsi di strumenti per la rilevazione della temperatura corporea, quali termo-scanner o termometri digitali. L’oggettiva difficoltà per le parrocchie di far fronte a tale obbligo ha portato i vescovi a eliminare questa richiesta, mantenendo comunque quella di rimanere a casa a quanti presentino una temperatura corporea superiore a 37,5°C o sintomi influenzali oppure siano stati in contatto con persone positive al coronavirus nei giorni precedenti.
La nota indica che, visto che si può celebrare le esequie con la messa, nel momento della distribuzione della comunione eucaristica vanno evitati gli spostamenti dei fedeli ed è il celebrante che si deve recare ai loro posti. In particolare in questo rito, il sacerdote, che deve comunque sempre indossare la mascherina per coprire naso e bocca, deve igienizzare le proprie mani, mantenere un’adeguata distanza di sicurezza e offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli senza venire a contatto fisico con esse.
La chiesa va igienizzata mediante la pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica, provvedendo anche al ricambio dell’aria. Se si ha la disponibilità di spazi idonei contigui alla chiesa, si può prendere in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto. La cerimonia può anche essere officiata nelle aree cimiteriali all’aperto, sempre se è possibile mantenere il distanziamento interpersonale di almeno un metro. L’autorità ecclesiastica competente ha il compito in ogni caso di informare i fedeli di queste disposizioni di sicurezza, sia attraverso i suoi canali di comunicazione, sia affiggendo all’ingresso della chiesa appositi cartelli informativi.
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