La spinta missionaria deve stimolare l’incontro tra la Chiesa e l’università con l’obiettivo di stringere alleanze educative.
La spinta missionaria deve stimolare l’incontro tra la Chiesa e l’università con l’obiettivo di stringere alleanze educative.
La spinta missionaria impressa alla cattolicità da Papa Francesco deve stimolare e orientare le possibilità di incontro tra la Chiesa e l’università, con l’obiettivo di stringere nuove alleanze educative. Lo dice il professor Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della CEI, nel quaderno La pastorale universitaria. Interventi, schede e documenti. Per lui la Chiesa non si deve limitare a rivendicare una presenza a parole, ma fare qualcosa insieme costruendo progetti con lo stile audace e creativo di chi non ha interessi da difendere e si pone accanto a ciascuno per condividere l’esercizio della ragione.
Per la pastorale universitaria ciò significa mettersi a disposizione di un’azione più sinergica e condivisa verso i giovani e il mondo della cultura. Dopo un periodo di forte articolazione e specializzazione, oggi è il tempo di ritrovare una maggiore unità tra pastorale giovanile, scolastica, universitaria, vocazionale, educativa e culturale, mettendo in collegamento i diversi soggetti che si riferiscono al mondo universitario: i centri pastorali, le cappellanie, le associazioni, i collegi e anche le parrocchie. Senza perdere le specificità e il pluralismo e tenendo da parte l’autoreferenzialità e la burocratizzazione, occorre un cambio di mentalità grazie al quale la Chiesa passi da organizzarsi “nell’università” a operare “per l’università”.
La formazione accademica non può esaurirsi nell’erogazione di alcuni servizi, ma deve essere in linea con un atteggiamento che rifugga dalle logiche economicistiche, dall’individualismo e dalla competizione. Occorre un progetto educativo che valorizzi il senso di comunità della conoscenza e della ricerca al quale partecipino docenti, studenti e altre forze vitali come la Chiesa, in un riconoscimento reciproco che si serve anche di espliciti accordi e intese e investimenti di mezzi e persone.
I testi contenuti del quaderno seguono due linee principali: una mira a rilanciare l’attenzione della Chiesa per l’università e accompagnare le persone che vi operano in una prospettiva di comunione e di missione, l’altra vuole mettere in risalto la collaborazione feconda e schietta tra Chiesa e università nel quadro di una laicità positiva e in una rete sinergica di contributi volti alla formazione della persona e al bene comune. Oltre agli interventi del segretario della CEI mons. Stefano Russo, dell’assistente ecclesiastico dell’università Cattolica mons. Claudio Giuliodori, del docente di Pastorale giovanile all’Università Pontificia Salesiana don Rossano Sala, della coordinatrice dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo Paola Bignardi e del presidente dell’Istituto Paolo VI don Angelo Maffeis, ci sono sezioni dedicate a documenti ufficiali e a schede del responsabile della pastorale universitaria della Diocesi di Milano don Marco Cianci, del direttore dell’Ufficio per la Pastorale universitaria della Diocesi di Torino don Luca Peyron e del cappellano dell’Università di Roma Sapienza p. Giulio Parnofiello.
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