Dopo due proroghe biennali, il prolungamento di 4 anni è segno che le parti vogliono consolidare i loro rapporti.
Dopo due proroghe biennali, il prolungamento di 4 anni è segno che le parti vogliono consolidare i loro rapporti.
L’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi tra Vaticano e Cina è stato rinnovato per altri quattro anni. Dopo la storica intesa ad experimentum del 22 settembre 2018, che ha segnato un punto di svolta dopo settant’anni conflittuali e che finora era stata prorogata ogni due anni, si è arrivati a un prolungamento più lungo, segno che anche Pechino ha la volontà di consolidare il rapporto con la Santa Sede.
La Sala stampa romana scrive nel suo bollettino che «La Parte Vaticana rimane intenzionata a proseguire il dialogo rispettoso e costruttivo con la Parte Cinese, per lo sviluppo delle relazioni bilaterali in vista del bene della Chiesa Cattolica nel Paese e di tutto il popolo cinese». Inoltre, afferma che il rinnovo è stato concordato, dopo opportune consultazioni e valutazioni, «visti i consensi raggiunti per una proficua applicazione dell’Accordo». A sua volta, il portavoce del Ministero degli Esteri ha espresso la soddisfazione della Repubblica Popolare Cinese, tessendo le lodi dei risultati ottenuti e parlando di consultazione amichevole.
In questi sei anni, infatti, la collaborazione è stata concreta. Come riporta Avvenire, in Cina non ci sono più state ordinazioni episcopali illegittime, ovvero senza il consenso papale, come invece avveniva prima. I nove nuovi vescovi sono stati ordinati secondo le procedure ufficiali, che comportano l’emissione della bolla di nomina da parte del Papa. Inoltre, otto vescovi definiti “clandestini”, perché consacrati senza seguire i protocolli ufficiali stabiliti dalla regolamentazione cinese, sono stati pubblicamente riconosciuti dalle autorità di Pechino.
Poi, il trasferimento di un vescovo dalla diocesi di Zhoucun a quella di Hangzhou è avvenuto con il consenso delle parti, dimostrando una condivisione anche su tale questione. Infine, i vescovi cinesi hanno la possibilità di partecipare a eventi importanti della Chiesa, anche all’estero. Due di essi stanno partecipando al Sinodo in Vaticano, altri hanno accompagnato ragazzi e ragazze alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona dello scorso anno, altri ancora erano presenti ad altre iniziative ufficiali in Europa e America. Comunque, è importante sottolineare come la Santa Sede non consideri la Cina un Paese sicuro per i cattolici.
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