Con la Yunarmiya, già 350.000 bambini sotto i 14 anni vivono l’atmosfera dell’esercito e imparano l’uso delle armi.
Con la Yunarmiya, già 350.000 bambini sotto i 14 anni vivono l’atmosfera dell’esercito e imparano l’uso delle armi.
“Nei giorni scorsi, la responsabile dell’Autorità russa per i diritti del bambino, Anna Kuznetsova, ha inviato a tutte le sedi regionali una direttiva per incitare l’adesione dei bambini a partire dai sette anni alla Yunarmiya (l’Esercito della gioventù), un movimento patriottico giovanile sostenuto dallo Stato”.
Lo riporta AsiaNews, che da anche i numeri di questa organizzazione in cui si formano bambini soldato: sono 350.000 sotto i 14 anni, con l’obiettivo di raggiungere il mezzo milione entro il 9 maggio, festa della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, e il milione entro l’anno prossimo, quando ricorreranno i settantacinque anni della ricorrenza. I vari reparti dell’associazione sono costituiti nelle scuole, ma a breve si potrà attivarli anche negli orfanotrofi. Infatti, per l’adesione serve la firma dei genitori, mentre per gli orfani garantisce lo Stato. Il motivo, secondo l’Autorità per l’infanzia, è la necessità di dare a questi bambini abbandonati una prospettiva di vita migliore, visto che dalle statistiche solo il 10% di loro riesce poi a integrarsi in qualche modo nella società. Il restante 90% è destinato al suicidio (10%), alla delinquenza (40%) o alla dipendenza da alcol e droghe (40%).
“L’unità tra popolo-chiesa-esercito ha sostituito nella Russia di Putin la vecchia triade popolo-partito-esercito, come via per la felicità comune e la realizzazione personale. La nuova radicalizzazione dell’ideale patriottico, iniziata con le guerre in Georgia del 2011 e in Ucraina del 2014, viene riproposta alla vigilia del 18 marzo, quando verrà festeggiato il quinto anniversario del referendum di annessione della Crimea, evento-simbolo della nuova grande Russia.”
Per la militarizzazione dei bambini sono previsti giochi dai nomi evocativi come “Vittoria”, “Giovane soldato” e “Scudo siberiano”, montaggio e uso delle armi, campeggi e concorsi a premi in campi giovanili dell’esercito, con il sostegno e l’assistenza spirituali dei cappellani militari ortodossi. Nelle scuole si tengono appositi festival dedicati alle composizioni tipo “Lettera al soldato”, ai disegni sul “Soldato che protegge il paese” o “La patria degli eroi”, oppure a open-day quali “Giorno della chiamata alle armi” o “Giorno dei volontari della vittoria”.
“Qualche giorno fa, nella cattedrale di Sant’Isacco a San Pietroburgo, il coro dell’Armata Rossa ha tenuto un concerto di canti militari e canzoni patriottiche dei tempi sovietici, compresa una famosa canzone per bambini adattata ai giorni nostri: «Che sulla terra vi sia pace – ma se il capo chiama all’ultima battaglia – caro zio Vova [Putin], noi siamo con te». I bambini presenti al concerto hanno declamato un giuramento, in cui si promette perfino di riprendersi un giorno l’Alaska (che era russa fino ai primi del ‘900) e di sconfiggere i samurai, tema popolare in tempi di trattative col Giappone per chiudere finalmente il conflitto della seconda guerra mondiale.”
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