Sacerdoti donne, la Chiesa cattolica tedesca ne vuole parlare

Nel cammino sinodale si parla anche di intercomunione e benedizione delle coppie di risposati e delle unioni omosessuali.

In Germania sta proseguendo il cammino sinodale della Conferenza Episcopale Tedesca, che ha preso avvio il 30 gennaio scorso e ha visto il cambio in corso della presidenza. Al cardinale Reinhard Marx, infatti, è succeduto a inizio marzo il vescovo della diocesi di Limburg Georg Bätzing. Come riporta ACI Stampa, in una recente intervista monsignor Bätzing si è dichiarato favorevole a portare in Vaticano ciò che sta emergendo nelle assemblee in merito ad argomenti come l’abuso di potere nella Chiesa, la morale sessuale e il ruolo delle donne nelle istituzioni ecclesiastiche.

Nonostante Papa Francesco non abbia effettuato un’apertura in merito alla consacrazione sacerdotale delle donne, il vescovo pensa che questo non significhi che non se ne possa parlare, poiché, secondo lui, la questione è nel bel mezzo della Chiesa. Per quanto riguarda la benedizione delle coppie di separati e risposati e delle unioni omosessuali, c’è da ragionarci perché molte persone stanno aspettando un cenno sull’argomento da parte della Chiesa, in quanto soffrono questo mancato riconoscimento.

Per monsignor Bätzing, inoltre, è necessario affrontare il tema dell’intercomunione, ovvero della distribuzione dell’eucaristia anche ai cristiani non cattolici. Così, dal momento che ormai c’è un certo accordo tra le Chiese cristiane sul senso di ciò in cui crediamo e che celebriamo, i cristiani potrebbero, secondo la propria coscienza, decidere a quale eucaristia partecipare a prescindere dalla confessione. La sua proposta è quella di discuterne a livello non solo locale, ma anche universale in un sinodo romano, in accordo con tutte le Chiese cristiane.

Intanto, il cammino sinodale tedesco, che secondo la presidenza non va interpretato come un vero e proprio sinodo ma come una serie di tappe in cui discutere questi contenuti, proseguirà fino a febbraio 2022. Ma c’è anche chi è contrario a questo percorso. Il vescovo di Ratisbona Rudolf Voderholzer definisce questo cammino sinodale una fuga in avanti voluta dal presidente della Conferenza Episcopale, con i vertici che mettono tutti gli altri davanti al fatto compiuto.