Considerazioni sui testi dei brani di Emma, Massimo Ranieri, Mahmood e Blanco, Ditonellapiaga e Rettore, Highsnob e Hu.
Considerazioni sui testi dei brani di Emma, Massimo Ranieri, Mahmood e Blanco, Ditonellapiaga e Rettore, Highsnob e Hu.
Anche nell’edizione di Sanremo di quest’anno, nei testi delle canzoni in gara si possono trovare diversi riferimenti a Dio e alla spiritualità, tralasciando la solita confusa messa in scena pseudoreligiosa di Achille Lauro che si è autobattezzato sul palco, ben liquidata dal direttore de L’Osservatore romano. In Ogni volta è così, Emma indaga i rapporti di forza e le fragilità che ci sono in un amore, i quali spesso portano a considerare la donna secondo l’odioso cliché che l’accosta o a una santa oppure a una prostituta. Nell’incertezza emotiva che generano queste situazioni, per sentire un po’ d’affetto la cantante si ricorda di sua madre che le diceva dolcemente di vedersi come un angelo:
«E ogni volta è così,
ogni volta è normale
Non c’è niente da dire,
niente da fare.
Ogni volta è così,
siamo sante o puttane
E non vuoi restare qui,
e neanche scappare.
Mamma mi diceva sempre “siamo come angeli”
e ti ripetevo sempre “per favore abbracciami”.»
Un angelo è presente anche nel brano di Mahmood e del giovanissimo Blanco, Brividi, una riflessione su chi non sa come si fa ad amare compiutamente, perché paure, insicurezze, sbagli, incapacità di esprimersi lo portano a comportamenti opposti, tra l’essere malvagio e il sentirsi indifeso:
«E tu, sei il contrario di un angelo
e tu, sei come un pugile all’angolo
e tu, scappi da qui, mi lasci così.»
La canzone del veterano della musica italiana Massimo Ranieri, Lettera di là dal mare (della quale il cardinale Gianfranco Ravasi ha riportato questi versi su Twitter: «Questo mare / troppo grande per / non tremare»), è di antico sapore, perché racconta le sensazioni di un viaggio in mare verso l’America che sembra infinito, ma che, confidando in Dio, accende la speranza di arrivare nella terra della libertà e della fortuna:
«E poi si sta
col fiato a metà
e tutti tacciono, e tanti pregano,
se il Signore vorrà…»
Abbi cura di te della coppia artistica Highsnob e Hu parla di un amore finito, nel quale comunque si augura all’altro di avere cura di sé. Nei rapporti sentimentali, gli scontri che mirano a un dominio di uno a scapito dell’altra (a dirlo è lui) non hanno senso, perché si può finire come nella vicenda biblica di Oloferne, e, anche dopo essersi lasciati, rimangono belle parole da ricordare, che però si possono sentire in un difficile silenzio interiore:
«E vincere battaglie non mi serve mica,
perché questa è una guerra in cui si perde sempre
e io perdo la testa come Oloferne.
Dimmi come ti senti ora che baci un verme.»
«Siamo un universo fatto di parole
che non ci siamo detti
e per ricordarle me le tatuerò,
perché non ti sento ma tutto qua parla di te
e solo Dio sa quanto vorrei che fossi silenzio.
Ho trovato la calma però non è niente di che,
non ha niente di me.»
Infine, una nota polemica emerge da Chimica di Ditonellapiaga e Rettore, brano che afferma che nell’amore tutto è una questione di chimica, ovvero di trovare la persona giusta senza calcoli. Per le due cantanti, occorre però lasciare da parte la morale cattolica, perché tanto la scintilla dell’attrazione scatta comunque:
«E non m’importa del pudore,
delle suore me ne sbatto totalmente.
E non mi fare la morale,
che alla fine se Dio vuole è solamente
una questione di
chimica, chimica.»
Luca Frildini
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