Nella scelta dell’ora di religione c’è una grande differenza territoriale

I dati mostrano una lieve crescita complessiva degli studenti che si sono avvalsi dell’Irc nell’anno scolastico 2021/22.

I dati relativi agli studenti avvalentisi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2021/22 mostrano una situazione di sostanziale stabilità, con anzi una lieve crescita complessiva, e spiccate differenze sia territoriali che fra gli ordini e i gradi della scuola. In totale, coloro che hanno scelto l’Irc sono stati l’84,4% degli studenti, con una differenza di dieci punti percentuali tra la scuola dell’infanzia e quella primaria (entrambe oltre l’88%) e quella secondaria di secondo grado (poco sopra il 78%); nella secondaria di primo grado, si è avvalso più dell’85% degli alunni.

Ma è da un punto di vista geografico che si notano le differenze maggiori. Nell’Italia meridionale gli avvalentisi sono stati addirittura il 96,6%, mentre nelle regioni del Nord il 78,4% e in quelle centrali l’84,3%. Se si vanno a guardare nello specifico gli ordini e i gradi scolastici, si passa dal 97,2% nelle scuole dell’infanzia del Sud al 70% in quelle secondarie di secondo grado del Settentrione. Poi, prendendo in considerazione l’intero percorso scolastico, se al Nord e al Centro c’è un calo di studenti che scelgono l’Irc di circa dodici punti percentuali, al Meridione questa diminuzione è di solo un punto percentuale.

Commentando questi numeri, Ernesto Diaco, responsabile del Servizio Nazionale per l’Insegnamento della Religione Cattolica della CEI, ha detto: «Si tratta di cifre che ribadiscono il pieno inserimento dell’insegnamento della religione nel quadro delle discipline scolastiche e la sua dichiarata identità educativa e culturale. Come afferma la Presidenza della CEI nel messaggio diffuso in vista delle iscrizioni al nuovo anno scolastico, l’Irc è espressione di una alleanza educativa, a cui non partecipano solo la scuola e la Chiesa, ma gli stessi studenti, le loro famiglie e gli insegnanti, primo fattore della qualità di tale insegnamento e del suo diffuso apprezzamento. Come sempre, da questi numeri proviene anche un forte invito alla responsabilità perché ciascuno, secondo il proprio ruolo, si impegni a rendere l’esperienza quotidiana dell’Irc sempre più all’altezza dei suoi obiettivi e dei suoi compiti, qualificandosi anche come cantiere di ascolto delle persone e dei mondi di vitali, nell’ottica del Cammino sinodale a cui si sta dedicando tutta la Chiesa in Italia».