«Mostrandomi la via, non mi abbandonare in alcun modo, e cura pian piano, dolcemente, la lentezza del cuore appesantito».
«Mostrandomi la via, non mi abbandonare in alcun modo, e cura pian piano, dolcemente, la lentezza del cuore appesantito».
«Mostrandomi la via, non mi abbandonare in alcun modo, e cura pian piano, dolcemente, la lentezza del cuore appesantito – infatti è duro di cuore il genere umano, e lento all’azione del bene – dirigendo verso una vita perfetta, nel modo più bello congiunta alle idee delle cose belle». Queste parole sono uno dei passaggi più suggestivi di una preghiera bizantina all’angelo custode da poco scoperta da un’allieva del corso di perfezionamento in Scienze dell’antichità alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Mentre stava consultando dei manoscritti per la sua ricerca sui carmi di Ignazio Diacono (IX secolo), di cui sta preparando l’edizione critica e commentata, la dottoranda Federica Scognamiglio si è imbattuta in un testo inedito in greco, copiato nei primi fogli di un volume della Biblioteca Medicea Laurenziana. Questa Confessio ad angelum custodem è composta da quattrocentocinquantasei versi in dodecasillabi e, per questioni di metrica, lingua e stile, è stata ricondotta a una produzione originale dell’Italia meridionale con forti influenze del poeta e vescovo bizantino Giovanni Mauropode (XI secolo).
Il carme penitenziale dedicato all’angelo custode è una preghiera di devozione personale, quindi non è stato scritto per la liturgia. La voce parlante non è quella di un determinato autore, ma espressione generale di ogni fedele. Particolare è la rappresentazione letteraria dell’angelo custode, immateriale e con precise caratteristiche divine, la quale fa rientrare il componimento nei canoni dell’angelologia bizantina, pur con alcune peculiarità. La preghiera presenta infatti i caratteristici topoi letterari del pentimento, della promessa di penitenza e della disperazione per i propri peccati alla fine della vita.
Il testo, tradotto in italiano, è stato pubblicato nell’articolo Una Confessio ad angelum custodem pseudomauropodea in dodecasillabi. Editio princeps dal Laur. Plut. 9.18 sulla prima parte del volume 116 del 2023 della rivista Byzantinische Zeitschrift.
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