Un amuleto trovato in scavi archeologici a Francoforte anticipa di un secolo quello che finora si sapeva.
Un amuleto trovato in scavi archeologici a Francoforte anticipa di un secolo quello che finora si sapeva.
Durante degli scavi nella necropoli romana di Nida, ora situata in un quartiere di Francoforte, è stato trovato in una delle tombe un amuleto risalente al 230-260 d.C. Era il 2018 e alla fine dell’anno scorso il manufatto è stato esposto al Museo archeologico della città tedesca come la prima testimonianza cristiana a nord delle Alpi. Infatti, dopo aver decifrato l’iscrizione su di esso ed eseguita la datazione, l’oggetto ha permesso di anticipare di circa un secolo la presenza cristiana nelle regioni settentrionali dell’impero romano, si legge su Avvenire.
L’amuleto, conosciuto come filatterio, è un cilindro d’argento di tre centimetri e mezzo, con all’interno una sottile lamina arrotolata dello stesso materiale prezioso con sopra un’iscrizione di diciotto righe in latino. Era posizionato sotto al mento dello scheletro di un uomo tra i 35 e i 45 anni e originariamente era legato al collo con un cordino. Talismani come questo venivano utilizzati per proteggersi da malattie, disgrazie e demoni, soprattutto nel Mediterraneo orientale.
L’uso di una moderna tecnica per decifrare le parole incise senza srotolare la fragile lamina, la tomografia computerizzata, ha permesso di rendere leggibili tutte le parole. Dal modello digitale tridimensionale ad alta risoluzione ricreato, è emerso il testo, per ora tradotto così: «[Nel nome] di San Tito. Santo, santo, santo! Nel nome di Gesù Cristo, Figlio di Dio! Il Signore del mondo resiste [al meglio delle sue possibilità] a tutti [gli attacchi/ostacoli]. [Dio] garantisce l’accesso al benessere. Possa questo mezzo di salvezza proteggere chi si abbandona alla volontà del Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, poiché davanti a Gesù Cristo tutte le ginocchia si piegano: i celesti, i terrestri e i sotterranei, e ogni lingua confessa [Gesù Cristo]».
Inconsueto è sia la scelta del latino, visto che all’epoca per oggetti simili veniva usato il greco o l’ebraico, sia il fatto che il contenuto menzioni unicamente Cristo: fino al V secolo, la maggior parte degli amuleti come questo cita divinità diverse, con influenze giudaiche e pagane. Poi, alcune frasi e formule utilizzate anticipano di qualche decennio la datazione dell’inizio della loro circolazione, come il riferimento a Tito, discepolo e confidente dell’apostolo Paolo, e l’invocazione «Santo, santo, santo!», nota nella liturgia cristiana a partire dal IV secolo. Ma, siccome alcuni passaggi sono andati perduti e la traduzione non è definitiva, il dibatto tra gli studiosi prosegue.
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