In California, una chiesa metodista ha allestito un particolare presepe per denunciare il trattamento riservato ai migranti.
In California, una chiesa metodista ha allestito un particolare presepe per denunciare il trattamento riservato ai migranti.
Nel presepe allestito a grandezza naturale nel cortile della chiesa metodista unita di Claremont, cittadina californiana vicina a Los Angeles, Giuseppe e Maria sono, come di consueto, ai lati della culla di Gesù bambino, ma non hanno la possibilità di accarezzare e abbracciare il piccolo figlio di Dio. Infatti, i tre sono separati, ognuno rinchiuso in una gabbia. Giuseppe e Maria guardano il nuovo nato, ma non possono stargli accanto.
Le piccole prigioni dalle pareti di rete metallica contornate di filo spinato sono simili a quelle utilizzate nei tanti centri di detenzione dove gli immigrati vengono rinchiusi quando passano il confine con gli USA. Il messaggio è chiaro: anche i protagonisti del presepe erano rifugiati e oggi rischierebbero di finire così, proprio come accade a molti migranti che raggiungono la frontiera statunitense e vengono arrestati. L’Agenzia S.I.R. riporta le parole del pastore della chiesa Karen Clark Ristine:
«Immagina che Giuseppe e Maria siano separati al confine e Gesù, non più grande di due anni, sia portato via da sua madre e posto dietro le recinzioni di un centro di accoglienza. Negli ultimi tre anni sono stati più di 5.500 i bambini che hanno fatto la stessa esperienza. Gesù è venuto per insegnarci gentilezza e misericordia e un’accoglienza radicale. […] Poiché le immagini del presepe stanno a cuore a tutti, vorremmo attraverso queste suscitare compassione verso i più bisognosi.»
La foto di questo particolare presepe postata sui social media ha attirato molti commenti, tra chi accusa di fare politica contro l’amministrazione Trump e chi si commuove. La reverenda afferma che la scelta non è politica, ma teologica: la Sacra Famiglia rappresenta in un certo senso le tante famiglie di rifugiati senza nome che oggi soffrono per come vengono accolti e trattati. La comunità metodista di trecento fedeli, che comunque allestisce un presepe tradizionale all’interno della chiesa, negli scorsi anni ha già affrontato tramite il presepe natalizio temi sociali, come ad esempio il problema dei senzatetto.
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