Senza una soluzione alla crisi climatica non sarà possibile salvare l’Amazzonia

Un parroco missionario che opera in Colombia racconta la sua partecipazione all’ultimo Foro Sociale Panamazzonico.

«L’Amazzonia ha raggiunto il punto di non ritorno: il collasso climatico derivante dalla deforestazione e dall’estrattivismo minaccia la sua sopravvivenza, quella delle comunità che la abitano, e mette a rischio la vita dell’intero pianeta». Inizia così il documento finale del gruppo di lavoro “Crisi climatica” (ribattezzato dai suoi membri “Collasso climatico”), una delle aree di studio in cui è stato suddiviso il tema “Madre Terra” all’undicesima edizione del forum del Fospa, il Foro Sociale Panamazzonico, che si è tenuto dal 12 al 15 giugno 2024 a Rurrenabaque, San Buenaventura y Reyes nell’Amazzonia boliviana. L’iniziativa è nata nel 2002 dalla volontà di persone, associazioni e gruppi per dare vita a uno spazio attraverso il quale proteggere il territorio amazzonico.

Tra i milleduecento partecipanti all’appuntamento di quest’anno, provenienti dai nove Paesi dell’Amazzonia e dall’Africa, c’era anche don Angelo Casadei, che ha partecipato al gruppo Madre Terra (gli altri tre temi erano: popoli indigeni e popolazioni amazzoniche; estrattivismo e alternative; resistenza delle donne). Parroco da sette anni di Solano, nel dipartimento colombiano di Caquetà, ha a che fare in prima persona con la foresta amazzonica. Infatti, il suo municipio fa parte di uno dei parchi naturali più estesi del Paese, quello del Chiribiquete, nel quale tre comunità indigene autoctone vivono in isolamento volontario in riserve riconosciute dal governo, con una certa autonomia e legislazione propria. L’accesso è proibito a chiunque altro, anche se molto probabilmente al suo interno si sono rifugiati membri della guerriglia.

Don Angelo ha raccontato a Missioni Consolata che oggi la realtà amazzonica è fortunatamente molto diversa da cinquant’anni fa: l’Amazzonia è passata da essere solo luogo di colonizzazione e distruzione per portare il progresso secondo la prospettiva occidentale e convertire le comunità locali alla religione cattolica, a tema del dibattito sul dialogo tra culture, sul rispetto del territorio, sulla conservazione della foresta. Ma dal forum è emerso che, nonostante ciò, la situazione è preoccupante: «Senza l’Amazzonia non esiste soluzione alla crisi climatica. Senza una soluzione alla crisi climatica globale non sarà possibile salvare l’Amazzonia».

L’accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale sembra sulla via del fallimento, per cui è urgente «cambiare il sistema capitalista e non il clima», costruendo territori liberi da estrazione petrolifera e mineraria, deforestazione, agrocommercio, inquinamento, libero commercio, razzismo, colonialismo, prodotti transgenici, prodotti agrotossici, megaprogetti infrastrutturali, violenza, militarizzazione, genocidio e terricidio. Per questo noi dobbiamo rivedere il nostro stile di vita, afferma don Angelo, imparando dalle comunità indigene che vivono in equilibrio con la natura.