Con una narrazione realistica e storicamente attendibile, “The chosen” mostra l’umanità di Gesù e di chi gli stava accanto.
Con una narrazione realistica e storicamente attendibile, “The chosen” mostra l’umanità di Gesù e di chi gli stava accanto.
Al termine dell’udienza generale dell’11 agosto di quest’anno, Papa Francesco ha salutato l’attore Jonathan Rumie, che interpreta Gesù nella serie statunitense The chosen (Avvenire) – traducibile in Il prescelto -, la quale rende il Vangelo una storia di vita vissuta attraverso una narrazione realistica e storicamente attendibile. La notizia non sta tanto nell’incontro, ma nel fatto che Rumie stia diventando per sempre più persone il nuovo volto di Cristo. Infatti, le puntate della prima e della seconda stagione (otto ciascuna) hanno già avuto in media circa dieci milioni di visualizzazioni grazie al passaparola: numeri elevati per una piccola produzione come questa, ma ancora lontani dai livelli delle serie di successo globale, considerando che è visibile in circa centottanta paesi, è tradotta in una cinquantina di lingue (tra cui l’italiano) e, soprattutto, è gratuita.
Com’è possibile che, in un mondo in cui dominano le piattaforme a pagamento come Netflix, sia liberamente visibile? Perché tutto è stato ed è possibile grazie al crowdfunding, ovvero alla raccolta fondi online. Il progetto è stato proposto nel 2019, dopo che il regista e coautore Dallas Jenkins ne aveva girato un prologo, raccogliendo ben dieci milioni di dollari da circa settantacinquemila donatori per la prima stagione (doppiata in italiano) e altrettanti l’anno successivo da oltre centoventicinquemila persone per la seconda (al momento solo sottotitolata in italiano). Si prevedono sette stagioni e il finanziamento della terza è quasi completato. Grazie a ciò, la serie può essere vista gratuitamente sul sito (clicca qui per aprirlo) o scaricando l’app dedicata, tramite la quale si possono vedere gli episodi in streaming sullo smartphone o trasmettendoli alla tv.
The chosen – un vero e proprio progetto ecumenico: il regista è evangelico, Rumie è cattolico, il distributore è mormone – deve il suo successo soprattutto all’umanità dei personaggi, che sono visti da vicino e raccontati in modo intimo, come dice don Mauro Leonardi sul suo blog Come Gesù. La vita di Cristo viene frequentemente narrata attraverso lo sguardo delle persone che gli stavano accanto, come gli apostoli, Maria Maddalena, Nicodemo, anche riempiendo quei vuoti lasciati dal Vangelo, che comunque è sempre rispettato. Gesù è poi protagonista di scene sia di tenerezza che di gioia, cosa che lo rende molto amabile e, per quanto possibile, normale.
Armando Fumagalli, professore di Teoria dei linguaggi e di Semiotica presso l’Università Cattolica di Milano, ha affermato che guardando le puntate si ha l’impressione di trovarsi davanti a un prodotto professionale, nonostante non sia paragonabile agli standard delle fiction delle grandi piattaforme di streaming (Vita e pensiero Plus). Ma per lui le scene ben scritte, i personaggi ben delineati, la bravura degli attori e l’intensità della regia lo rendono un’ottima proposta narrativa a tema religioso.
Luca Frildini
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