Sierra Leone, per lo sviluppo industriale si sacrifica una spiaggia incontaminata

Cento ettari di litorale e foresta pluviale protetta rischiano un catastrofico disastro umano ed ecologico.

Cento ettari di litorale e foresta pluviale protetta della Sierra Leone rischiano di essere distrutti. Un progetto cinese prevede, in accordo con il governo, un investimento di cinquantacinque milioni di dollari per la costruzione di un porto per la pesca industriale in un’area importante per la biodiversità. La spiaggia Black Johnson, situata a fianco di un parco nazionale dove vivono alcune specie in via di estinzione come l’antilope duiker e il pangolino, si trova nella Whale bay, che ospita balene e delfini.

Come riporta Nigrizia, questa iniziativa, che rientra nella consuetudine diffusa nell’Africa sub-sahariana di affidare alla Cina appalti nel settore delle infrastrutture, ha messo in allarme gli ambientalisti, le associazioni per i diritti delle persone e della terra e i proprietari terrieri locali, i quali hanno dichiarato che in nome del progresso e dello sviluppo si sta correndo verso un catastrofico disastro umano ed ecologico. Il problema principale riguarda i pescatori del luogo, già colpiti, come d’altronde tutte le comunità sulle coste africane, dall’azione dei grandi pescherecci stranieri che a loro, che utilizzano tecniche tradizionali, lasciano sempre meno risorse ittiche.

La preoccupazione sta nel fatto che le aziende cinesi, di cui numerosi rapporti denunciano l’insostenibile voracità negli oceani, potranno muoversi liberamente, stoccare e processare pesce destinato ai mercati esteri. La riduzione degli stock ittici e l’inquinamento con sostanze chimiche e carburante delle acque e della terra da parte delle navi e delle fabbriche provocherebbero sicuramente danni all’ambiente marino e all’incontaminata foresta pluviale. Inoltre, ne risentirebbe anche il turismo. Agli abitanti e ai pescatori non rimarrebbero che le briciole.

Dopo le proteste, la ministra della pesca ha comunicato che la spiaggia è il luogo più adatto per la realizzazione del sito industriale e che i proprietari terrieri espropriati saranno risarciti con oltre un milione di euro. La dichiarazione che il progetto aiuterà i sierraleonesi ad aumentare le loro competenze sulla gestione delle imbarcazioni, di cui però non è detto che abbiano bisogno, e che quindi non porterà reddito e posti di lavoro, sembra una beffa. Per il governo, lo sviluppo per essere classificati come Paese emergente comporta dei sacrifici. Come troppo spesso si è visto e si continua a vedere, il modello per il giusto aumento del benessere della popolazione è sempre quello che guarda al presente e non al futuro.