Al Sinodo potranno votare anche le donne

Oltre a vescovi e chierici religiosi avranno diritto di voto sacerdoti, consacrate e consacrati, diaconi, laiche e laici.

Finora, nell’assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi potevano votare i vescovi eletti o nominati dal pontefice e dieci membri di istituti religiosi clericali. Ora, invece, tra i votanti ci dovrà essere un numero maggiore di “non vescovi”, ovvero presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, laici e laiche, di cui la metà donne. Lo hanno riferito questo mercoledì i cardinali Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo, e Jean-Claude Hollerich sj, relatore generale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. La decisione di Papa Francesco di estendere la partecipazione ad altre categorie ecclesiali «si pone in continuità con la progressiva appropriazione della dimensione sinodale costitutiva della Chiesa e con la conseguente comprensione delle istituzioni attraverso cui essa si esercita».

Proseguono quindi i cambiamenti iniziati con la costituzione apostolica Episcopalis communio, che ha trasformato il Sinodo dei vescovi da evento in processo articolato in tre fasi successive: preparatoria, celebrativa, attuativa. Il prossimo ottobre a Roma ci sarà la seconda fase, in continuità con la prima che si è svolta con la consultazione del popolo di Dio nelle Chiese particolari e successivamente con le tappe di discernimento ecclesiale nelle Conferenze episcopali e nelle assemblee continentali. In questa occasione, verranno applicate le novità relative a coloro che avranno diritto di voto. Nel documento della Segreteria generale del Sinodo, si legge che «Non sono più presenti i dieci chierici appartenenti a istituti di vita consacrata, eletti dalle rispettive organizzazioni che rappresentano i superiori generali. Vengono sostituiti da cinque religiose e cinque religiosi appartenenti a Istituti di vita consacrata, eletti dalle rispettive organizzazioni che rappresentano le superiore generali e i superiori generali».

Poi, non ci saranno più gli uditori, ma «altri settanta membri non vescovi che rappresentano altri fedeli del popolo di Dio (sacerdoti, consacrate e consacrati, diaconi, fedeli laici) e che provengono dalle Chiese locali. Vengono scelti dal Papa da un elenco di centoquaranta persone individuate (e non elette) dalle cinque Riunioni internazionali di Conferenze episcopali (CELAM, CCEE, SECAM, FABC, FCBCO), dall’Assemblea dei patriarchi delle Chiese orientali cattoliche e, in modo congiunto, dalla Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti e dalla Conferenza dei vescovi cattolici del Canada (venti per ognuna di queste realtà ecclesiali)». Il più grande cambiamento tra i votanti è che «Si chiede che il 50% di loro siano donne», oltre che di valorizzare la presenza di giovani. Oltre a questi, anche tra gli altri membri di nomina pontificia potranno esserci non vescovi.