C’è stato un piccolo calo nelle esportazioni di armi pesanti

Nell’ultimo quinquennio l’Italia è balzata al sesto posto nella classifica globale dei Paesi venditori di armamenti.

Nell’ultimo quinquennio (2020-2024), l’Italia ha registrato l’aumento in percentuale più alto al mondo nella vendita di armi pesanti, ben il 138%. È così passata dal decimo al sesto posto nella classifica dei Paesi esportatori di tali prodotti, arrivando a una quota del 4,8% rispetto al periodo 2015-2019. L’area principale di esportazione è stata il Medioriente, in particolare il Qatar, il Kuwait e l’Egitto. Lo afferma l’ultimo rapporto del Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), l’istituto internazionale indipendente che si occupa di conflitti, vendite e acquisti di armamenti e disarmo.

Come si legge su Nigrizia, negli ultimi cinque anni gli Stati Uniti si confermano il principale esportatore, con una quota del 43%, una crescita del 21% e centosette stati riforniti. Per la prima volta in due decenni, l’Europa è diventato il principale destinatario (35%), superando il Medio Oriente (33%), ma la principale nazione importatrice è stata l’Arabia Saudita (12%). La Francia ora è il secondo fornitore di armi al mondo (9,6%), con sessantacinque Paesi clienti. Le sue esportazioni verso stati europei sono quasi triplicate, soprattutto per le consegne di aerei da combattimento a Grecia e Croazia e la fornitura di armi all’Ucraina. È comunque l’India il principale importatore di armamenti francesi, assorbendone il 28%, quasi il doppio della quota andata a tutti i destinatari europei messi assieme (15%).

Invece, le vendite russe sono diminuite drasticamente: meno 64%. Mosca scende così in terza posizione con il 7,8% delle esportazioni globali. La guerra contro Kiev e le sanzioni internazionali hanno pesato su questo andamento. Dietro ci sono Cina (5,9%) e Germania (5,6%). Il SIPRI afferma poi che è l’Ucraina il principale importatore mondiale di armi pesanti (8,8%), con un incremento di quasi cento volte rispetto al quinquennio precedente. È stata rifornita da trentacinque nazioni, principalmente Stati Uniti (45%), Germania (12%) e Polonia (11%). Tra i maggiori acquirenti seguono India (8,3%), Qatar (6,8%), Arabia Saudita (6,8%) e Pakistan (4,6%). Il riarmo quindi continua, ma almeno si è registrato un piccolo calo dello 0,6%.

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