Le superpotenze concorrenti Stati Uniti d’America e Cina effettuano più della metà degli investimenti mondiali in armi.
Le superpotenze concorrenti Stati Uniti d’America e Cina effettuano più della metà degli investimenti mondiali in armi.
Per il terzo anno consecutivo, il valore della spesa militare globale pro capite è in forte crescita. Con un aumento del 3,6% rispetto all’anno precedente e con la variazione più significativa dell’ultimo decennio, nel 2019 si sono raggiunti 1.917 miliardi di dollari, pari a 1.782 miliardi di euro e al 2,2% del Pil mondiale. È il valore più alto dal 1989, anno in cui era finita la Guerra Fredda. Come riporta Nigrizia, a renderlo noto è il SIPRI, l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, nel suo nuovo rapporto Trends in world military expenditure. La pace non è quindi contemplata dai governi mondiali e, soprattutto, dalle due superpotenze concorrenti Stati Uniti d’America e Cina, che si stanno misurando, oltre che in campo economico e commerciale, anche sul terreno degli investimenti nella difesa.
Nel 2019 sono sempre gli USA quelli che spendono di più: 732 miliardi di dollari, pari al 38% della spesa globale, con un aumento del 5,3% dopo sette anni di declino e la ripresa nel 2018. Poi ci sono la Cina con 261 miliardi di dollari (14% del totale), in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente e con un’ambizione in linea con la propria crescita economica, e l’India con 71,1 miliardi di dollari (3,7%), con un più 6,8% dovuto soprattutto dalle dinamiche conflittuali con il vicino Pakistan. Seguono poi la Russia (3,4%) e l’Arabia Saudita (3,2%): i primi cinque paesi in classifica rappresentano ben il 62% della spesa militare globale.
In Europa, in prima posizione ci sono la Francia e la Germania (2,6% per entrambe), con quest’ultima che ha registra il più forte aumento tra i quindici paesi che spendono di più per la difesa con un incremento del 10%. Il motivo è raggiungere l’obiettivo imposto dalla Nato del 2% del Pil entro i prossimi quattro anni, ma anche la percezione di una crescente minaccia dalla Russia. L’Italia è al dodicesimo posto (1,4% della spesa globale), con un aumento dello 0,8% e 26,8 miliardi destinati alla difesa.
L’Africa ha visto una crescita, rispetto al 2018, dell’1,5%, arrivando al 2,1% della spesa militare mondiale. Si tratta del primo aumento da cinque anni a questa parte e, comunque, nell’ultimo decennio la spesa militare africana totale è cresciuta del 17%. L’aumento si è concentrato soprattutto al Nord, a causa delle tensioni di lunga data tra Algeria e Marocco e la guerra civile in Libia. Nell’Africa Subsahariana, invece, c’è stato un calo del 2,2%, il 15% in meno rispetto al 2010. La cosa particolare è che non è detto che i conflitti armati siano gli unici fattori trainanti della spesa: nelle regioni in cui sono in corso numerosi scontri, ci sono nazioni che l’hanno incrementata e altri che l’hanno diminuita, anche notevolmente.
Gli analisti del Sipri prevedono che quest’anno la tendenza alla crescita sarà invertita a causa della pandemia di coronavirus, che richiederà maggiori sostegni a settori come la sanità e l’istruzione. Almeno fino a quando l’emergenza non potrà dirsi superata.
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