Sri Lanka, anche la Chiesa manifesta contro la crisi della politica

A Colombo il cardinale, sacerdoti e suore hanno protestato perché si ascolti la voce della gente a cui mancano generi di prima necessità.

Lo Sri Lanka sta vivendo una grave crisi economica e politica. Da una parte, scarseggiano beni essenziali come generi alimentari e farmaci, ma anche carburante ed elettricità, con il Paese esposto per cinquantuno miliardi di dollari con i creditori internazionali. Dall’altra, la perdita della maggioranza in parlamento del governo in carica a causa di molte defezioni dalla coalizione che lo sosteneva, le dimissioni di quasi tutti i ministri e la volontà del presidente Gotabaya Rajapaksa di non dimettersi dal proprio incarico, gesto richiesto dalle opposizioni che hanno rifiutato la sua richiesta di entrare in un governo di unità nazionale, non permettono di trovare soluzioni.

Per questo, come riporta AsiaNews, da settimane ci sono numerose proteste, che non hanno nemmeno più il vincolo del coprifuoco decretato il primo aprile per fermarle e ora revocato. Tra queste, una settimana fa ce n’è stata una silenziosa organizzata dal clero, i religiosi e le religiose dell’arcidiocesi di Colombo, in solidarietà con le persone colpite dalla crisi. Il cardinale Malcolm Ranjith, i vescovi ausiliari Maxwell Silva, Anthony Jayakody e Anton Ranjith, sacerdoti e suore hanno chiesto ai politici di ascoltare la voce della gente, recitando il rosario e mostrando cartelli con scritte in lingua sinhala, inglese e tamil dove vi erano indicati i problemi che i loro concittadini stanno attraversando.

Al termine della marcia, padre Camillus Fernando, portavoce dell’arcidiocesi di Colombo, ha dichiarato ai media che, nonostante la popolazione srilankese sia molto istruita, in questi ultimi anni si sono persi potenziali buoni leader a causa di una politica miope (ai vertici del Paese si trovano addirittura dieci membri della famiglia Rajapaksa, da molti ritenuti i veri responsabili dell’attuale situazione), ma anche del terrorismo. Anche i rappresentanti di altre religioni si sono attivate: ci sono state manifestazioni di protesta da parte del Kithudana Pubuduwa, la comunità carismatica dello Sri Lanka, e delle Chiese Metodiste di Colombo.